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All’Arts Bar, il locale di ricerca del St. Regis Venice, l’arte incontra la mixology

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Da quando è stato rinnovato nel 2019, tutto parla di arte al St. Regis Venice, storico hotel cinque stelle a pochi passi da Piazza San Marco. Soggiornare, pranzare o anche solo bere un aperitivo qui significa condividere un progetto culturale in itinere ed emozionarsi.
Ovunque si respirano bellezza, creatività e innovazione: negli spazi in comune, così come nelle stanze della prestigiosa struttura. E anche i cocktail si sposano con la mission di divulgare l’arte.

LA NUOVA DRINK LIST

Il nome della nuova drink list dell’Arts Bar, il cocktail bar dell’albergo, non lascia dubbi sulle ambizioni: si chiama World Wide Icons Pop-Art ed è sviluppata in dodici drink (di cui sei novità) pensati per stimolare tutti i sensi e offrire un’esperienza di degustazione unica. “Prima abbiamo scelto le opere, poi studiato i bicchieri e infine sviluppato le ricette”, spiega Facundo Gallegos, direttore Food & Beverage del St. Regis Venice. “Il menù include sei grandi classici dell’Arts Bar e sei nuovi signature, tutti ispirati a opere artistiche“. A distinguere questi cocktail non è solo la miscela, ma anche i bicchieri: vere opere d’arte in vetro di Murano, realizzate a mano da Berengo Studio, in collaborazione con la designer Mariapia Bellis.
Quattro dei nuovi drink sono definiti masterpiece perché ispirati a opere iconiche di artisti di fama mondiale. Tra questi spicca Willful Dart, dedicato a Eugenio Recuenco e alla sua opera 5 agosto, parte di un progetto durato otto anni chiamato 365″.

Si tratta di un Old Fashioned-style servito in un bicchiere a forma di cuore ed è una miscela di rum Zacapa 23, bourbon Russel’s Reserve 10 anni, orzata e amaro alla liquirizia. “L’orzata è una bevanda tipica spagnola, proprio come l’artista”, spiega Gallegos. “Abbiamo voluto richiamare l’unione di culture diverse, simbolizzata dalla combinazione di rum e bourbon”. Un altro capolavoro è Urban Grid, omaggio al quadro Composizione C No. III di Mondrian. Il cocktail è servito in tre bicchieri di forme e dimensioni diverse, con colori vivaci che richiamano le linee geometriche del dipinto. La base comune è il Gin N° 3, declinato in tre versioni: una agrumata (con Italicus e oleo saccharum di arancia e pompelmo), una speziata (con cordiale al pepe e sencha) e una al ginepro (un twist sul Martini, con vermouth Mancino Amaranto infuso al ginepro).

Nella sezione aficionados ci son due nuovi drink in onore di due artisti collaboratori storici del St. Regis Venice. Allo scultore Erwin Wurm, famoso per le sue opere gonfiabili, è dedicato il cocktail Still Waiting servito con una nuvola di bolle al gusto di arancia. Presentazione tanto scenografica quanto azzeccata, perché richiama le sue opere surreali.

I BEST SELLER DELL’ARTS BAR

Accanto ai nuovi signature, restano in carta alcuni dei suoi cocktail più amati. Tra questi, il sofisticato Oriental Shapes, un omaggio all’architetto veneziano Carlo Scarpa e Aw Vision, dedicato all’artista cinese Ai Weiwei. Quest’ultimo, servito in una coppetta che richiama il lampadario The White Chandelier realizzato da Ai Weiwei per l’hotel, è un mix di baijiu (spirito nazionale cinese), ananas, pepe nero e Select.

I BICCHIERI

Il bicchiere da Arts Bar non è solo un contenitore, ma un pezzo unico, studiato per evocare l’opera d’arte a cui è ispirato il drink. “Abbiamo creato bicchieri che non sono solo belli da vedere, ma che raccontano una storia”, spiega Adriano Berengo, fondatore di Berengo Studio. “Realizzare questi bicchieri ha richiesto numerosi tentativi e molta ricerca, ma il risultato è stato un successo: ogni drink diventa un’opera d’arte completa, dalla presentazione al sapore”, aggiunge la designer Mariapia Bellis.

L’IMPORTANZA DELLO STORYTELLING

L’Arts Bar del St. Regis Venice dimostra quanto sia importante studiare l’offerta mixology in linea con la filosofia dell’hotel (o del ristorante, il discorso è uguale). Prima di tutto, quindi, occorre definire la propria identità. Una volta individuato un concetto forte e distintivo, come in questo caso la valorizzazione dell’arte, bisogna studiare una strategia di storytelling coerente che coinvolge il cliente. Non basta servire un buon cocktail: oggi, i consumatori cercano esperienze memorabili. La capacità di raccontare una storia attraverso i drink e i dettagli del locale può fare la differenza tra un’esperienza qualunque e una che lascia il segno.

COLLABORAZIONI DI QUALITÀ

Coinvolgere artisti, designer o artigiani può essere una strategia vincente per elevare l’immagine del proprio locale e differenziarsi dalla concorrenza. In un mercato sempre più competitivo, partnership capaci di migliorare l’estetica, il branding e la presentazione dei prodotti fanno la differenza. Inoltre, creare esperienze esclusive e personalizzate permette di fidelizzare i clienti.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it e MixologyItalia.com

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