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Alla scoperta del Garibaldi: storia, ricetta e curiosità del drink dedicato all’eroe della spedizione dei Mille

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Niccolò Amadori, bar manager di Alto Rooftop a Cervia


BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL – Non sarà famoso come il Negroni o lo Spritz, ma il Garibaldi sta vivendo una seconda giovinezza. Il suo colore vibrante, il gusto equilibrato tra l’amaro del Campari e la dolcezza del succo d’arancia, lo rendono un simbolo della miscelazione italiana. Dopo anni di oblio, questo cocktail è tornato alla ribalta grazie a bar iconici come il Dante di New York e, nel 2024, è stato nuovamente inserito tra i drink ufficiali dell’IBA. Ma qual è la sua storia e quali sono le sue varianti più sorprendenti?

La storia

Sulle origini del Garibaldi non vi sono certezze, se non sul fatto che sono italiane. Qualcuno sostiene che sia nato agli inizi del Novecento, ma se così fosse la sua diffusione sarebbe rimasta limitata per decenni al solo Sud Italia: fino agli anni ’50 le arance erano infatti costose e difficili da reperire nelle altre zone del Paese. Il fatto, poi, che la Campari, molto attiva nella comunicazione anche nella prima parte del secolo scorso, non abbia mai menzionato all’epoca questo drink che la vede protagonista nella ricetta, autorizza a pensare che sia nato successivamente.

Quando? Impossibile dirlo, anche se, nel suo libro “È l’ora del cocktail”, nel 1995 il giornalista ed esperto di enogastronomia Luciano Imbriani spiega che si tratta di una “miscela creata dai barman italiani intorno agli anni ‘60” che “ha avuto successo ovunque e piace”.
In ogni caso, è solo nella seconda codifica del 1986 che l’International Bartenders Association (Iba) inserisce il Garibaldi nella lista ufficiale e l’anno successivo Campari suggerisce il Campari Orange, ovvero – per l’appunto – Campari, succo di arancia e ghiaccio in una memorabile pubblicità con protagonista la bellissima Kelly LeBrock. Caduto nell’oblio dalla fine degli anni ’90, il Garibaldi viene rilanciato nel 2015 grazie al successo del Dante di New York, uno dei migliori cocktail bar del mondo (numero uno dei World’s 50 Best Bars nel 2019), che ne fa uno dei pezzi forti della propria drink list.

Il nome

Il cocktail è, senza dubbio, un omaggio a Giuseppe Garibaldi, l’eroe della spedizione dei Mille che, tra il 1860 e il 1861, conquistò il Regno delle Due Sicilie e ne sancì l’unione con il Regno di Sardegna, aprendo la strada alla nascita dell’Italia unita. Ma perché proprio a lui? L’associazione potrebbe derivare dal colore vivido del drink, un rosso acceso che richiama le celebri camicie garibaldine indossate dai suoi uomini. Oppure, il legame simbolico potrebbe trovarsi negli ingredienti, che uniscono idealmente nel bicchiere il Nord e il Sud Italia: da un lato, il bitter Campari, icona milanese e simbolo dell’aperitivo settentrionale; dall’altro, il succo d’arancia, frutto tipico del Meridione e in particolare della Sicilia, teatro delle prime vittorie di Garibaldi contro l’esercito borbonico.

La ricetta Iba del Garibaldi

Tecnica: Build

Bicchiere: Highball

Ingredienti:
45 ml Bitter Campari
120 ml succo fresco di arancia

Garnish: spicchio di arancia

Preparazione: versare gli ingredienti nel bicchiere riempito di ghiaccio e mescolare delicatamente.

Un Garibaldi “fluffy”

Il segreto per un Garibaldi davvero al top? Prepararlo con il succo ottenuto dalla centrifugazione delle arance realizzata al momento, così da ottenere una consistenza “fluffy” soffice e vellutata e donare al drink una texture ancora più piacevole, come ci spiega Niccolò Amadori, bar manager di Alto Rooftop a Cervia, sulla Riviera Romagnola.

Le varianti

In scia al sempre maggiore apprezzamento del Garibaldi, nell’ultimo decennio si sono diffusi diversi twist di questo cocktail, dal Grapefruit Garibaldi che al succo d’arancia sostituisce quello di pompelmo al Pineapple Garibaldi con genepy e succo di ananas, dal Garibaldi Spritz (con prosecco, due tipi di bitter e due di mandarino) al Fermented Citrus Garibaldi del Bar Americano di Melbourne, con succo fermentato di arancia.

Ma le possibilità di personalizzazione sono svariate: tra i “tips” pubblicati sul libro ufficiale della sua ultima lista di ricette, l’Iba suggerisce ad esempio di utilizzare un blend di arance oppure aggiungere una purea di calamansi (un agrume molto utilizzato nelle Filippine) o, ancora, uno sciroppo alle carote lattofermentate. Non solo: si possono aggiungere gocce di un liquore alle erbe come Chartreuse, Certosa o Roots Mastiha.

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