Home Indagini e Ricerche A tavola un futuro più vegetale e consapevole. L’indagine AstraRicerche per MartinoRossi

A tavola un futuro più vegetale e consapevole. L’indagine AstraRicerche per MartinoRossi

Riassunto (150 caratteri): Italiani verso diete più vegetali: 56% onnivori, 30% mediterranea, 14% flexitariani/vegetariani. Cresce interesse per i plant-based.

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Gli italiani guardano al futuro e scelgono meno carne, più prodotti vegetali, etichette corte, salute e sostenibilità. È questo, in estrema sintesi, quanto si evince dall’indagine che MartinoRossi – realtà di riferimento nella produzione di farine, semilavorati, ingredienti funzionali clean label, proteici e prodotti plant-based di alta qualità, privi di allergeni come glutine e soia, OGM ed ottenuti da cereali e legumi coltivati in filiera controllata – ha commissionato ad AstraRicerche, che ha condotto lo studio nel giugno 2025 su un campione di oltre 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana tra i 18-70 anni.

Stili alimentari oggi…e domani?

L’analisi delle interviste evidenzia come, sebbene la maggior parte degli italiani segua ancora un’alimentazione onnivora (56%), seguita da una dieta mediterranea (30%) apprezzata per i suoi benefici sulla salute, si stia orientando verso modelli più vegetali o Plant based. Un esempio sono le diete flexitariana o vegetariana, che coinvolgono attualmente circa il 14% della popolazione, ma segnalano un interesse crescente, ancora tutto da svilupparsi e consolidarsi.

Questo lo si evince dal fatto che le fonti proteiche vegetali iniziano a trovare sempre più spazio tra i consumatori: la maggioranza le consuma con una frequenza settimanale di 1-2 volte (37%) o 3 o più volte (34%). Solo il 29% ne fa un uso più sporadico.

Uno sguardo al futuro consente di intravedere un cambiamento significativo nei gusti e sensibilità alimentari. La ricerca ha infatti indagato le previsioni e i desideri legati all’alimentazione da qui a 2 anni e poi a 5-10 anni. Ne emerge un chiaro orientamento verso una dieta più flessibile e con una presenza minore di prodotti di origine animale. Si prevede, infatti, una progressiva e significativa diminuzione dell’alimentazione onnivora, che dovrebbe passare dal 56% attuale al 42% tra 2 anni e al 38% tra 5-10 anni. Parallelamente, crescono la dieta mediterranea (dal 30% al 38% tra 2 anni e al 39% tra 5-10 anni) e l’alimentazione flexitariana e vegetariana che passa dal 14% attuale al 20% tra 2 anni e al 22% tra 5-10 anni.

A conferma di questa tendenza, emerge una forte intenzione di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, espressa dal 45% del campione, con un picco significativo tra le donne della Gen Z (61%) e di incrementare l’assunzione di fibre (36%).

In parallelo molti dichiarano l’intenzione di ridurre il consumo di prodotti di origine animale (35%), lieviti (35%), lattosio (33%) e carboidrati (30%). Dati che confermano il desiderio di un’alimentazione più leggera, vegetale e attenta agli ingredienti percepiti come problematici.

Flexitariani e vegetariani

Entrando nel dettaglio dei diversi modelli alimentari, la dieta flexitariana – caratterizzata da un’alimentazione prevalentemente vegetale, con un moderato consumo di carne e pesce – gode di una percezione ampiamente positiva.

La maggioranza degli intervistati la associa a benefici per la salute e il benessere (60%), oltre che ad un minore impatto ambientale (57%). Inoltre, il 54% del campione la considera facile da seguire e non eccessivamente restrittiva, al contrario di altre diete.

Non sorprende quindi che l’interesse verso la dieta flexitariana sia elevato: il 45% degli intervistati si dichiara propenso a diventare flexitariano o a continuare ad esserlo, con una maggiore incidenza tra le donne e le fasce d’età più mature. Solo il 26% si dichiara contrario, mentre il 29% è ancora incerto.

Diverso il quadro per quanto riguarda la dieta prettamente vegetariana, apprezzata soprattutto per motivazioni etiche (57%) e ambientali (53%), mentre suscita tuttavia maggiori perplessità sul piano nutrizionale e degli ingredienti utilizzati in etichetta.

Le alternative vegetali

Un altro aspetto esplorato dalla ricerca riguarda la conoscenza e il consumo dei prodotti plant-based, ovvero quegli alimenti di origine vegetale che assomigliano a prodotti di origine animale come carne, latte, formaggio o uova, ma sono fatti interamente con ingredienti di origine vegetale.

La familiarità con questi prodotti è in forte crescita tra i consumatori italiani: il 17% degli intervistati dichiara di consumarli attualmente, il 12% li ha provati almeno una volta mentre il 31% li conosce pur non avendoli ancora sperimentati. Solo il 12% non ne ha mai sentito parlare. I prodotti più conosciuti sono i burger vegetali (59%), le bevande vegetali (54%) e gli yogurt vegetali (54%).

Anche in termini di acquisto e preparazione emergono abitudini consolidate: il 59% dei consumatori preferisce acquistare prodotti plant-based già pronti da cuocere, mentre il restante 41% si divide tra chi ama prepararli da zero e chi opta per semilavorati da preparare a casa.

La soddisfazione per queste alternative è generalmente alta: il 73% si dice soddisfatto degli ingredienti e del profilo nutrizionale, il 70% del gusto. La reperibilità e la varietà dell’offerta sono giudicate complessivamente buone, pur con margini di miglioramento, soprattutto sul fronte dell’innovazione.

Le motivazioni che spingono al consumo sono molteplici e si intrecciano: dalla curiosità e desiderio di sperimentare nuovi sapori (44%), all’etica e alla sostenibilità (40% per il benessere animale, 35% per l’ambiente), fino ai benefici per la salute, come il basso contenuto di grassi o colesterolo e l’apporto di fibre e proteine alternative.

Permangono tuttavia alcune barriere: la percezione che si tratti di prodotti troppo processati (30%) o con una lista ingredienti troppo lunga (21%), e i prezzi considerati elevati (28%).

Nel momento dell’acquisto, i consumatori si rivelano attenti e informati: il 43% dichiara di leggere con attenzione la lista degli ingredienti, seguita dal preferire prodotti con data di scadenza lunga, Paese d’origine, valori nutrizionali e assenza di allergeni.

Tra le caratteristiche più apprezzate spiccano l’essere 100% vegetali, ricchi di fibre e ricchi di proteine, privi di additivi e coloranti, sostenibili e senza OGM, oltre alla praticità di preparazione.

“I risultati di questa ricerca ci hanno ulteriormente incoraggiati nel proseguire il nostro percorso all’insegna dell’innovazione, con un’attenzione particolare alla trasparenza e semplicità degli ingredienti. I nostri prodotti sono ricchi di proteine e fibre, vantano una lista ingredienti corta oltre che essere buoni e per tutti, in quanto totalmente privi di allergeni. Questo approccio va proprio nella direzione di superare le barriere e i pregiudizi che ancora oggi accompagnano le proposte vegetali, spesso percepite come troppo restrittive o con una lista ingredienti molto lunga e con presenza di diversi allergeni. Siamo felici di vedere che nel futuro sempre più persone saranno pronte ad abbracciare un’alimentazione più sana, inclusiva e sostenibile” – dichiara Stefano Rossi, Amministratore Delegato di MartinoRossi.

MartinoRossi Spa nata negli anni 50, oggi è una delle principali aziende produttrici di farine, granelle, semilavorati e ingredienti funzionali a base di cereali e legumi senza glutine, soia e Ogm, servendo i maggiori gruppi alimentari internazionali. Oggi l’azienda rappresenta uno dei principali punti di riferimento a livello mondiale in fatto di ricerca e innovazione applicata al settore food. Nell’ultimo periodo MartinoRossi si è affacciata anche al mondo del confezionato rivolgendosi al canale retail proponendo prodotti plant-based e 100% vegetali con i brand Beamy, Goodly, Mr. Beans e Mais Corvino. 

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