Siamo a Sesto Fiorentino, a due passi da Firenze, nella notte tra il 10 e l’11 novembre. È quasi l’alba quando quattro uomini entrano in un bar chiedendo da bere. La barista si rifiuta di servire loro alcolici e per tutta risposta i quattro estraggono una pistola e sparano dei colpi all’interno del locale. Per fortuna questa storia è a lieto fine: le forze dell’ordine, intervenute prontamente, hanno arrestato i responsabili e nessuno è rimasto ferito. Tuttavia la vicenda turba e riaccende i timori sulla sicurezza, soprattutto per le donne che lavorano o si spostano in orari notturni.
La presenza di sistemi di sorveglianza e di forze dell’ordine è stata incrementata nelle città italiane, ma ci sono ancora molte zone – soprattutto nelle prime ore del mattino – che rimangono poco monitorate. I comuni stanno investendo in infrastrutture per la sicurezza, ma resta aperta la questione: queste misure sono sufficienti? L’episodio di Sesto Fiorentino porta inevitabilmente alla luce interrogativi importanti: oggi quanto è realmente sicuro per le donne lavorare di notte e alle prime luci del giorno?
UNO SGUARDO AI DATI
Stando all’ultimo indice di criminalità del Sole 24 Ore, nel 2023 il 30% delle denunce in Italia (relative a ogni tipo di reato) è stato depositato nei capoluoghi delle 14 città metropolitane e, in particolare, il 15% si è concentrato a Milano e Roma. E risultano in aumento proprio gli atti criminali legati a una maggiore aggressività nelle relazioni personali.
Il fenomeno, che d’altra parte non riguarda solo il nostro Paese, registra picchi nelle ore notturne, quando la presenza della polizia è generalmente più limitata e la frequentazione delle strade è scarsa. Ovviamente, le donne, specialmente quelle che lavorano su turni serali o notturni in luoghi pubblici come bar e ristoranti, sono i soggetti più a rischio. L’episodio di Sesto Fiorentino è uno spunto per un dialogo aperto e necessario.
“DEGRADO IN AUMENTO FRA I GIOVANI”
“La sensazione d’insicurezza di notte o nelle prime ore del mattino è diffusa e non soltanto fra le donne”, ci conferma Francesca Aste, titolare del Cabaret Social Bar nel centro di Cagliari. Che continua: “Le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma hanno organici insufficienti per poter tenere sotto controllo il degrado che si riscontra in particolar modo fra i giovani. Perché, spesso, i protagonisti di azioni di violenza sono gruppi di ragazzi, anche minorenni”.
Le fa eco Sofia Mammana, barlady del Forno Santa Maria a Palermo: “Fortunatamente il mio orario di lavoro non si protrae oltre l’una e mezza – osserva – ma anche a quell’ora non posso dire di sentirmi sicura. La mia percezione è che, ultimamente, siano aumentati gli episodi di criminalità e vandalismo in città. E le forze dell’ordine sono poco presenti”.
“PIÙ CONTROLLI E CORSI DI AUTODIFESA”
Che cosa fare nell’immediato, quindi, per tutelare la sicurezza di chi lavora nelle ore notturne, in particolare nell’ospitalità? Per Francesca Aste, “va bene lo spray al peperoncino (legalizzato in Italia dal 2011 come strumento antiaggressione, ndr), ma serve ben altro. E non certo l’obbligo di chiusura anticipata dei bar, attualmente in vigore qui a Cagliari, che anzi produce l’effetto contrario: dopo l’una le luci si spengono, gli avventori vanno a casa e le strade restano più che mai in balìa di balordi e criminali”.
La barlady e imprenditrice sarda, che conosce bene anche la realtà di Milano, dove ha lavorato per cinque anni in diversi locali alla moda, richiama peraltro il senso di responsabilità degli stessi gestori: “Dobbiamo impegnarci a non chiudere gli occhi di fronte a certe condotte sopra le righe fra la clientela, troppo spesso tollerate in alcuni ambienti e che poi finiscono per riversarsi sulle strade. E soprattutto è necessario preparare le persone: tra i tanti corsi che noi operatori del settore siamo tenuti a seguire, andrebbero introdotti anche i temi della sicurezza e della difesa personale”.
D’accordo Sofia Mammana: “Occorre una norma – puntualizza – che prescriva ai datori di lavoro di organizzare lezioni di autodifesa, soprattutto per il personale femminile. Infine vanno intensificati i controlli notturni, soprattutto in quelle zone in cui, notoriamente, si concentra la presenza della piccola criminalità”.
Leggi l’articolo anche su Horecanews.it e MixologyItalia.com