Presso lo stand Slow Food di Terra Madre Salone del Gusto a Torino, si è tenuta una conferenza stampa durante la quale i presidenti di FederBio, Legambiente e Slow Food Italia hanno presentato un’analisi delle sfide e delle opportunità per il futuro dell’agricoltura. Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, e Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, hanno focalizzato l’attenzione sulle problematiche più urgenti legate alla sostenibilità ambientale e alla giustizia sociale nel settore agricolo.
L’Italia, come molti altri paesi, è confrontata con sfide complesse e interconnesse. Il settore agricolo, che rappresenta un elemento centrale della nostra economia e cultura, è oggetto di una riflessione globale finalizzata a ripensare il modello di sviluppo, che mira a promuovere la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e la salute umana. Le associazioni presenti hanno lanciato un appello chiaro: è necessario cambiare rotta.
Secondo le tre associazioni, l’agricoltura dovrebbe diventare un motore di trasformazione sociale, culturale e ambientale. Ciò implica la protezione della biodiversità, la rigenerazione dei suoli e il riconoscimento del valore e della dignità dei contadini e degli allevatori, i quali, attraverso pratiche sostenibili, dovranno fornire cibo sempre più sano e rispettoso dell’ambiente.
Per perseguire questi obiettivi, FederBio, Legambiente e Slow Food Italia hanno sviluppato una una road map in 6 SÌ, presentando sei proposte concrete destinate al governo italiano e ai partner internazionali presenti al G7, per una nuova agricoltura, più giusta e sostenibile.
Sì all’agroecologia, no all’agricoltura intensiva
Negli ultimi decenni, l’agricoltura intensiva ha compromesso la biodiversità e la fertilità dei suoli, creando un modello che non può più sostenere le esigenze future. È necessario promuovere il passaggio verso l’agroecologia, di cui il biologico rappresenta l’espressione più avanzata e concreta. L’agroecologia non solo riduce l’uso di pesticidi, ma garantisce anche maggiore resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici, protezione della biodiversità e contrasto alle pratiche intensive. Al G7, chiediamo di adottare misure vincolanti per bandire il glifosato, ridurre drasticamente la dipendenza dai pesticidi e favorire pratiche agricole virtuose che tutelino gli ecosistemi, accrescano la fertilità dei suoli e salvaguardino la salute dei cittadini.
Sì all’agricoltura biologica, no a pesticidi e OGM
L’agricoltura biologica rappresenta un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale essenziale per ridurre gli impatti negativi sulle risorse naturali e aumentare i servizi ecosistemici. È fondamentale supportare i produttori biologici, garantendo loro l’accesso al mercato e a politiche di sostegno. La produzione agricola non può basarsi su metodi intensivi, sull’uso di pesticidi o sul ricorso a OGM, che compromettono la salute dei cittadini e la biodiversità. Garantire la tracciabilità lungo la filiera per proteggere i consumatori e l’ambiente è fondamentale.
Sì a chi alleva con rispetto per gli animali e per la terra, no alla zootecnia industriale
È urgente incentivare chi pratica un allevamento sostenibile, capace di garantire il benessere degli animali e rispettare gli ecosistemi, come metodo biologico insegna, dicendo basta agli approcci industriali, promuovendo modelli di zootecnia sostenibili, riducendo la densità dei capi e salvaguardando aria, acqua e suolo. Ridurre la produzione e il consumo di carne e destinare risorse pubbliche a sostegno delle aziende che puntano su modelli virtuosi è essenziale.
Sì all’educazione alimentare in tutte le scuole, no ai cibi ultra-processati
È urgente un cambio di rotta nell’educazione alimentare dei più giovani. L’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole deve diventare prioritaria per sensibilizzare le nuove generazioni sul valore del cibo e sulla sua origine, veicolando la cultura del rispetto per l’ambiente e per il proprio corpo. Un tassello fondamentale per promuovere diete equilibrate e ridurre gli sprechi.
Sì alla riduzione degli sprechi alimentari, no alla cultura dell’usa e getta
Solo in Italia, ogni anno vengono sprecati milioni di tonnellate di cibo, mentre milioni di persone soffrono ancora di insicurezza alimentare. È essenziale mettere in atto politiche che favoriscano la riduzione degli sprechi in tutta la filiera alimentare. Proponiamo di promuovere incentivi per le aziende che adottano modelli di economia circolare, favorendo il recupero del cibo invenduto e la redistribuzione delle eccedenze alimentari.
Sì al contrasto al caporalato, alle agromafie e alla difesa dei diritti dei lavoratori, no alle ingiustizie sociali
È fondamentale impegnarsi in modo forte e senza sosta nel contrasto alle agromafie e al caporalato, garantendo la difesa dei diritti dei lavoratori nel settore agricolo. Questo impegno deve tradursi in politiche concrete che tutelino chi lavora la terra, assicurando dignità e giustizia sociale a tutte e tutti. Solo così potremo costruire un sistema agricolo equo e sostenibile, in cui ogni persona abbia accesso a condizioni di lavoro dignitose.
“Al G7 – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente Legambiente – chiediamo un impegno senza precedenti per l’agricoltura e il futuro del Pianeta. Serve abbandonare pratiche agricole dannose, scegliendo modelli sostenibili che rispettino non solo la biodiversità, ma anche la salute dei suoli e delle acque, e serve farlo adesso. L’agricoltura deve diventare un motore di innovazione, capace di rigenerare il territorio e di rispondere alle sfide climatiche attuali. Dobbiamo costruire un sistema agricolo che valorizzi chi produce il cibo e che riconosca il loro ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare. L’adozione di politiche agricole giuste deve includere anche un forte richiamo etico, affinché la lotta all’illegalità e il rispetto dei diritti dei lavoratori diventino una priorità per il sistema agricolo del Pianeta, assicurando giustizia sociale e dignità a chi lavora la terra. Il G7 si dimostri all’altezza della sfida che abbiamo di fronte.”
“Non c’è più tempo per soluzioni parziali: il futuro dell’agricoltura e del nostro Pianeta richiede un’azione immediata e coordinata – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio. Con Slow Food e Legambiente chiediamo quindi con forza ai leader internazionali del G7 Agricoltura un profondo ripensamento del modello agroalimentare. Non possiamo permetterci di continuare con l’agricoltura intensiva, che ha generato impatti devastanti su ambiente e biodiversità. Bisogna agire adesso e sostenere gli agricoltori nel cambiamento. Occorre investire con decisione sulla transizione agroecologica, di cui il biologico rappresenta la punta più avanzata di sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’agricoltura biologica è la chiave: uno strumento per superare le sfide climatiche, alimentari e la perdita di biodiversità. È un modello sostenibile, equo e resiliente, in grado di rigenerare il suolo, proteggere gli ecosistemi, mitigare gli impatti climatici e che può offrire migliori prospettive di reddito agli agricoltori puntando sul “giusto prezzo” e rafforzando le relazioni tra produttori, cittadini e comunità locali.”
“Mentre a Siracusa si svolge il G7, a Torino da Terra Madre condividiamo le testimonianze di migliaia di produttori che in tutto il mondo incarnano un modello nuovo di agricoltura – evidenzia Barbara Nappini, Presidente di Slow Food Italia. Il futuro è già qui. Dobbiamo abbandonare la logica basata solo sul profitto e adottare una prospettiva “bio-logica”, una logica imperniata sulla vita, che ci consenta di percepirci parte della Natura, che tuteli la biodiversità, la fertilità dei suoli, le risorse naturali: le uniche ricchezze davvero in grado di salvarci. Nel processo di cambio del paradigma è centrale l’educazione alimentare che chiediamo, in particolare al Governo italiano, di inserire come materia curriculare per tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Infine, riteniamo che sia imprescindibile sancire il diritto di tutti i popoli di determinare le proprie politiche alimentari e agricole: la sovranità alimentare. Questo sollecitiamo ai leader mondiali presenti a Siracusa.”
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