Il settore del biologico in Italia registra un’importante espansione, sia sul mercato interno che a livello internazionale. Nel 2024, le vendite alimentari di prodotti biologici nel nostro Paese superano i 6,5 miliardi di euro, mentre l’export agroalimentare bio cresce fino a 3,9 miliardi di euro, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente.
Questi dati emergono dall’Osservatorio SANA, presentato da Nomisma a BolognaFiere in occasione di SANA Food 2025, durante la prima giornata di Rivoluzione Bio 2025. L’evento, considerato gli Stati generali del biologico, è organizzato in collaborazione con FederBio e AssoBio, con il supporto di Nomisma e il cofinanziamento dell’Unione Europea attraverso il programma BEING ORGANIC IN EU.
Il mercato bio in Italia: numeri in crescita
Nel 2024, le vendite di prodotti biologici sul mercato nazionale hanno registrato un aumento del 5,7% rispetto al 2023. I consumi domestici rappresentano la fetta più ampia di questo incremento, con un valore che sfiora i 5,2 miliardi di euro. Diversamente, la crescita del settore fuori casa, che aveva mostrato un’ottima performance negli anni precedenti, si è stabilizzata su un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro.
Il consumo di prodotti Bio Fuori Casa
La ricerca di attributi salutistici nelle occasioni di consumo fuori casa che emerge dall’indagine realizzata da Nomisma per l’Osservatorio SANA, vede prodotti tipici del territorio e a km0 come il “must have” dell’away from home per circa 9 consumatori su 10. Sul podio anche i prodotti biologici, la cui presenza risulta fondamentale per il 68% degli italiani
Nel complesso il consumatore bio è più esigente e attento rispetto alla scelta del locale e alle caratteristiche di servizio offerte. Oltre a familiarità e consigli di amici e parenti, il consumatore bio valuta in maniera più approfondita la reputazione del luogo scelto per mangiare fuori (tramite recensioni, punteggi online, guide) e l’accoglienza/ambiente del locale.
Rispetto al menù, invece, il consumatore bio ha un forte orientamento verso la ricerca di prodotti freschi e di stagione (per il 48% degli user bio afh), di piatti semplici e poco elaborati (39%). Elevata l’aspettativa anche sulla presenza di prodotti veg e opzioni dedicate a specifiche esigenze alimentari e intolleranze.
Le aspettative del consumatore bio però non trovano risposte positive in quella che è l’attuale offerta di prodotti bio presso la ristorazione, soprattutto quella collettiva. Analizzando infatti il livello di soddisfazione rispetto alla presenza di opzioni bio nei diversi canali del fuori casa, si evincono grandi margini di miglioramento.
Dove acquistano gli italiani?
La distribuzione moderna si conferma il principale canale di acquisto per i prodotti biologici, con un valore di 3,3 miliardi di euro (+5,3% rispetto al 2023). Questo canale rappresenta il 64% delle vendite legate ai consumi domestici. All’interno della distribuzione moderna, iper e supermercati giocano un ruolo chiave, superando 1,6 miliardi di euro di vendite nel 2024.
I discount mostrano una crescita significativa, con un fatturato di quasi 350 milioni di euro, segnando un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. In controtendenza, l’e-commerce registra una leggera flessione dello 0,4%, con un volume di vendite pari a 75 milioni di euro.
Il canale specializzato in forte ripresa
Un segnale positivo arriva dal canale specializzato Bio, che nel 2024 supera il miliardo di euro, registrando un incremento del 9%. Questo risultato segna una ripresa significativa rispetto agli anni precedenti, in cui la crescita era stata più contenuta.
L’andamento positivo del biologico italiano conferma il crescente interesse dei consumatori verso prodotti sostenibili e di qualità, consolidando il settore come un pilastro fondamentale del mercato agroalimentare del Paese.
Il Bio Made in Italy all’estero
Positiva anche la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani Bio, che nel 2024 raggiunge i 3,9 miliardi di euro, con un incremento del +7% rispetto all’anno precedente. La crescita segue l’andamento positivo dell’intero settore agroalimentare.
I mercati di destinazione
Considerando i mercati esteri, dall’indagine Nomisma su 336 imprese italiane emerge come le principali destinazioni per i prodotti Bio siano la Germania, la Francia, la Scandinavia, il Benelux e gli Stati Uniti. Le prospettive per il biologico italiano sui mercati esteri sono decisamente promettenti: circa un terzo delle aziende italiane del settore food & beverage che oggi non esporta Bio, prevede di farlo nei prossimi 2-3 anni.
Il binomio Bio-Made in Italy
Il binomio Bio-Made in Italy si conferma un fattore di successo, con un’ottima reputazione e percezione sui mercati esteri: per il 49% delle aziende del settore food e il 64% delle aziende del settore wine, l’origine italiana e la notorietà del territorio di produzione rappresentano uno dei principali fattori di successo dell’export Bio sui mercati internazionali.
Per altro, l’Italia è sul podio tra i Paesi produttori Bio di maggiore qualità secondo il consumatore dei principali mercati esteri di riferimento (negli USA il 45% cita proprio il nostro Paese quando pensa al Bio di qualità) ed è elevata la quota di user Bio stranieri interessati al Bio italiano: si va dal 23% del Benelux all’85% registrato nei Nordics.
La survey di Nomisma sui consumatori italiani
I risultati della survey Nomisma, che ha coinvolto un panel rappresentativo di responsabili degli acquisti alimentari italiani, ha dimostrato la crescente attenzione verso il benessere e stili di vita più salutari, con una particolare attenzione rispetto alla corretta alimentazione che emerge come il secondo fattore che influisce positivamente sul proprio benessere: più di 8 italiani su 10, infatti, prestano molta attenzione a ciò che mangiano, principalmente per sentirsi bene (49%), mantenersi in forma (45%) e prevenire malattia (43%).
Chi acquista Bio sceglie prevalentemente in base all’origine del prodotto: il 47% dei consumatori presta attenzione all’origine italiana o locale/km0 (32%) delle materie prime, mentre il 34% cerca la presenza di certificazioni DOP/IGP. Inoltre, aumenta l’interesse per prodotti Bio con confezioni sostenibili (20%) e 100% vegetali (20%).
Se si considerano le categorie di prodotti healthy, il biologico si conferma un driver di scelta, guidando il 22% dei frequent user nell’acquisto di prodotti vegetali. Tra le motivazioni legate all’acquisto delle diverse categorie di prodotti healthy, il biologico conferma le maggiori garanzie in termini di salute (30%), rispetto per l’ambiente (24%) e qualità (12%).
Infine, l’indagine di Nomisma ha affrontato il tema della corretta alimentazione anche in relazione al rapporto con i figli: sebbene di dieta sana si parli in oltre 9 famiglie su 10 e il bio sia un elemento onnipresente nelle tavole dei nuclei con figli di tutte le età, i genitori ritengono essenziale il ruolo delle scuole nella sensibilizzazione di bambini e ragazzi. D’altro canto, però, oltre la metà dei genitori non conosce nel dettaglio il servizio mensa nella scuola dei propri figli e non è informata rispetto alla presenza di ingredienti e prodotti bio nei pasti. Per accrescere il posizionamento del bio nella ristorazione scolastica risulta fondamentale, dunque, la leva della sensibilizzazione e comunicazione rivolta ai genitori.
FederBio: positiva la crescita del settore
Cresce il biologico italiano. Nel 2024, sia i consumi interni che le esportazioni hanno mostrato risultati positivi, confermando il biologico come un asset strategico per l’intero settore agroalimentare nazionale.
Durante l’evento, promosso da Being Organic in Eu, la campagna nata dal partenariato tra FederBio e Naturland cofinanziata dall’Unione Europea, sono state evidenziate le tendenze più significative del comparto bio.
Alla settima edizione di Rivoluzione Bio, tema centrale il confronto sui dati presentati per evidenziare i punti di forza e affrontare le criticità del settore attraverso il Piano d’Azione nazionale del biologico e il Piano strategico nazionale della PAC per raggiungere l’obiettivo del 25% al 2027. In un contesto nel quale, è stata recentemente presentata la Visione per l’agricoltura e l’alimentazione (Vision for Agriculture & Food) dalla Commissione europea che, pur in presenza di alcune contraddizioni, conferma il valore strategico dell’agricoltura biologica come strumento per sostenere la transizione ecologica dei sistemi agricoli e favorire il ricambio generazionale grazie alla capacità del bio di attrarre giovani.
“Siamo soddisfatti del quadro complessivo che vede il biologico italiano crescere sia in termini di produzione che sul mercato nazionale ed estero – rileva Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio –La fase attuale è cruciale per spingere verso l’ulteriore diffusione del bio sia sul fronte produttivo che dei consumi. Una delle priorità è indubbiamente la semplificazione burocratica dei sistemi di certificazione e dell’accesso alle misure della PAC. Allo stato attuale il peso burocratico è insostenibile, soprattutto per le piccole e medie aziende che rappresentano il cuore del settore bio a partire dalle aree interne. Per quanto riguarda la domanda, è cruciale continuare a investire in programmi di comunicazione ed educazione alimentare per sostenere i consumi bio, iniziando dalle mense scolastiche. Siamo fiduciosi che una svolta importante potrà arrivare dall’introduzione del Marchio del biologico italiano che, unendo l’identità delle nostre produzioni locali con la sostenibilità del metodo biologico, potrà costituire una leva decisiva per fare dell’agroecologia il paradigma di riferimento del sistema agroalimentare”.
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