Mineracqua chiede maggiori controlli per ristoranti e bar su acqua filtrata

Mineracqua dirama una nota stampa con cui sostiene la necessità di maggiori controlli sulle acque potabili filtrate somministrate nei bar e nella ristorazione.

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Mineracqua, la Federazione che, all’interno di Confindustria, associa le imprese delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente, ha segnalato alle autorità sanitarie le criticità e i rischi collegati alla diffusione su tutto il territorio nazionale di dispositivi per la filtrazione di acqua destinata al consumo umano (D.lgs. 23 febbraio 2023, n. 18) sia nelle private abitazioni, sia somministrate in un crescente numero di bar ed esercizi della ristorazione.

Mentre ci rendiamo conto sia impossibile controllare le acque filtrate erogate nelle abitazioni domestiche, le acque potabili filtrate somministrate nei bar e nella ristorazione possono e dovrebbero essere assoggettate a controlli” – commenta Ettore Fortuna, Consigliere Delegato e Vice Presidente di Mineracqua – “Dall’entrata in vigore del D.M. 7 febbraio 2012, n. 25 e Relative Linee Guida non risultano essere stati effettuati controlli nei ristoranti e nei bar che utilizzano i filtri per l’acqua, per verificare sia la sussistenza, dopo il trattamento, dei parametri di potabilità di cui al citato D.lgs. 2023/18, sia i correlati rischi di carattere igienico-sanitario”.

Ed infatti, una filtrazione “spinta” non solo può far venir meno il rispetto dei parametri di legge ma può rendere l’acqua non più idonea al consumo umano. Un ulteriore ambito su cui bisognerebbe far luce riguarda le etichette di bottiglie e caraffe servite al consumatore, il quale è spesso indotto a ritenere si tratti di acqua minerale naturale, anche perché queste acque trattate gli vengono fatte pagare allo stesso prezzo dell’acqua minerale. Ed ancora, andrebbe verificato, nel caso di bottiglie simili a quelle dell’acqua minerale con tappo “Talog” chiuso ed aperto al tavolo, se l’esercente sia in possesso dei requisiti previsti per l’imbottigliamento.

Considerati i rischi sopra denunciati (richiamati anche dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) e anche le non trasparenti modalità di presentazione al consumatore (l’AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dal canto suo ha censurato diversi produttori di apparecchi di filtrazione per pubblicità ingannevole), chiediamo che vengano attivati controlli nei punti di consumo, bar e ristoranti su tutto il territorio nazionale in cui queste acque trattate vengono servite al consumatore” – conclude Ettore Fortuna.

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