Il settore alimentare suscita un altissimo livello di interesse e coinvolgimento personale tra la popolazione italiana. Per 8 consumatori su 10 le decisioni delle aziende di questo settore hanno un impatto importante sulla vita in Italia (81%) e nel Mondo (79,5%). L’area di maggiore importanza è quella del ‘Prendersi cura dell’Ambiente’, seguita dal “Offerta di prodotti e servizi a maggior valore” ed un “Miglior impatto sulla comunità e sulla società”. Non è un caso che queste tre aree presentano il parametro più negativo tra aspettative ed esperienze.
Queste, in sintesi, alcune delle principali evidenze che emergono dalla ricerca “Post-Invasion” 2024/2025, realizzata da Omnicom PR Group, società di consulenza strategica in comunicazione con oltre 6.300 addetti nel mondo, che ha analizzato la reputazione¹ del Settore dell’Alimentare nell’ambito di un’ampia ricerca su 8 settori chiave per l’economia italiana² attraverso la lente di oltre 2000 consumatori.
“Il Settore Alimentare – commenta Paola Chiasserini, Vice President – Food&Nutrition Industry Lead –
è ritenuto il settore più rilevante nella vita degli italiani. Una rilevanza che emerge anche da recenti documenti del CREA (con il suo Centro Politiche e Bioeconomiasistema), nei quali si conferma che il settore agroalimentare nel suo complesso – agricoltura, industria alimentare e delle bevande, intermediazione, distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e ristorazione – è un settore cardine della nostra economia, con un fatturato pari a circa il 15% del fatturato globale dell’economia nazionale.
Dalla nostra ricerca Post-Invasion si profila chiaramente un consumatore che continua ad orientare le proprie scelte in maniera sempre più consapevole su prodotti e aziende che dimostrano impegno, concretezza e responsabilità ambientale, sociale e culturale, lungo tutta la catena di approvvigionamento. Questa grande attenzione alla sostenibilità include la riduzione degli sprechi, la preferenza per prodotti locali e l’acquisto di alimenti con packaging green o sfusi”.
La ricerca ha raccolto anche le opinioni dei consumatori esperti dai quali emerge una maggiore propensione rispetto alla popolazione generale, alla ricerca di informazioni (79% degli intervistati) e alla condivisione della propria opinione su prodotti e servizi di un’azienda (66%), rispetto alla popolazione (rispettivamente 66% e 48%).
E se da una parte, l’offerta di prodotti e servizi a “maggior valore” e la cura dell’ambiente si confermano, anche per i consumatori esperti, come due driver più importanti, dall’altra è sull’esperienza che essi mostrano valutazioni molto differenti, e decisamente più positive rispetto alla popolazione, riducendo notevolmente i gap tra aspettativa ed esperienza.
“Una conferma che la comunicazione, diffondendo conoscenza e approfondimento delle azioni che le aziende fanno, del loro impegno concreto e dei risultati raggiunti, può aiutare a ridurre i GAP e quindi lavorare in senso favorevole sulla reputazione aziendale” – conclude Chiasserini.
Più nello specifico, dai risultati dell’analisi condotta emerge chiaramente che i consumatori del Settore Alimentare sono quelli maggiormente sensibili a tutte le tematiche ESG secondo gli standard ESRS³ con percentuali che superano il 71% in cinque dei dieci standard analizzati.
I tre fattori ESG più rilevanti per i consumatori del Settore Alimentare sono il rispetto di consumatori e clienti con il 75,1%; lotta all’inquinamento di aria, acqua e suolo con il 73,1% e rispetto di biodiversità ed ecosistemi con il 72,6%.
Sul fronte della trasparenza in comunicazione i consumatori si aspettano informazioni, puntuali e precise dalle aziende, richiedendo garanzie sulla sicurezza alimentare (77,5% di rilevanza) richiedendo un impegno a garantire la tracciabilità sin dall’etichetta, un’elevata attenzione alla salute e nutrizione (76%), e la responsabilità lungo tutta la filiera (74,2%).
La sicurezza alimentare è proprio una delle issue più rilevanti, cui le aziende sono chiamate a porre l’attenzione. È aumenta la consapevolezza dei consumatori, e di conseguenza le aziende aumentano le informazioni riguardanti gli aspetti nutrizionali nelle etichette dei prodotti, ma anche i claim sulla salvaguardia ambientale e del benessere animale, per favorire una scelta informata e consapevole delle persone.
Infine, dalle misurazioni neuro metriche, che misurano il non-dichiarato degli italiani, realizzate su stimoli e contenuti provenienti da aziende leader nel Settore Alimentare, emerge la vicinanza valoriale, interesse, apprezzamento e un buon ottimismo. Un dato che sottolinea la centralità del ruolo del Settore Alimentare nella comunità e l’impatto sulle vite degli italiani.