Del fenomeno del whisky italiano vi abbiamo parlato qualche mese fa (leggi qui https://horecanews.it/alla-scoperta-del-whisky-italiano-tra-terroir-artigianalita-e-innovazione). E lo ribadiamo: il mercato è in continua espansione. Un’altra prova viene da Firenze, dove da poco è nato Florentis, il primo whisky artigianale toscano, prodotto nel cuore della regione del Chianti Classico da Winestillery e distribuito da Velier.
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IL PRIMO WHISKY TOSCANO
Sono due le referenze: Vin Santo Wine Cask e Super Tuscan Wine Cask. Il primo è maturato in botti di Vin Santo, un whisky giovane ma con una forte personalità, capace di sorprendere i palati più esigenti con note dolci e complesse che ricordano il famoso vino toscano. Florentis Super Tuscan Wine Cask, invece, è invecchiato in botti di vino Super Tuscan, ha una gradazione alcolica di 48,3% vol. e non è filtrato a freddo né colorato. Un processo che esalta le note fruttate e speziate dando origine a un whisky ancora più complesso.
“Ad oggi abbiamo imbottigliato le prime cinquemila bottiglie. A settembre lanceremo Florentis anche in Francia e negli Usa, dopodiché potremo definire le quantità da mettere in bottiglia per il prossimo anno”, spiega Enrico Chioccioli Altadonna, master distiller e membro della seconda generazione di una famiglia dalla lunga tradizione nel mondo vinicolo.
WINESTILLERY E LA FAMIGLIA CHIOCCIOLI ALTADONNA
Dietro Winestillery c’è infatti la famiglia Chioccioli Altadonna, che a Gaiole in Chianti, oltre a un’azienda vitivinicola d’eccellenza, ha dato vita alla prima e unica distilleria artigianale del Chianti Classico, costruita per esprimere il meglio delle risorse locali attraverso un approccio artigianale. “Non è stata un’avventura semplice. Dopo aver atteso un anno per ottenere il nostro alambicco, chiamato Bacco e prodotto dalla Frilli (azienda toscana con oltre 100 anni di storia), abbiamo dovuto attendere ulteriori licenze per iniziare la distillazione”, ricorda Enrico Chioccioli Altadonna. “Ogni fase della produzione è curata con attenzione per catturare le sfumature del terroir toscano. Il nostro alambicco di rame da 500 litri – aggiunge – è in grado di combinare i metodi di distillazione Bennet e Carter Head, permettendo di massimizzare la qualità delle materie prime utilizzate. La distilleria impiega esclusivamente cereali italiani e la fermentazione avviene in anfore di terracotta da 700 litri utilizzando lieviti autoctoni”.
Enrico Chioccioli Altadonna
DAL TRIBUNALE AI DISTILLATI, PASSANDO DAL VINO
Laureato in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano, Enrico si è appassionato di distillazione quasi per caso, partendo da uno stage in una storica distilleria di Brooklyn dove capì che la sua vita non sarebbe stata nelle aule dei tribunali ma fra gli alambicchi. Da lì, ulteriori studi prima a Conegliano, poi nel Cognac in Francia, prima di avviare Winestillery nel 2019 e appendere definitivamente la toga al chiodo. Probabilmente era destino, visto lo stretto legame della sua famiglia con il vino e con il territorio del Chianti: il padre, Stefano, è agronomo ed enologo di fama internazionale e da oltre 30 anni collabora con prestigiose aziende in tutta Italia, ma anche in Francia e Ungheria; enologo è anche il fratello, Niccolò, production manager della Chioccioli Altadonna, l’azienda vitivinicola nata con l’intento di produrre artigianalmente vini di altissima qualità, in poche migliaia di bottiglie, per interpretare ai massimi livelli le potenzialità di uno dei territori più noti al mondo per i suoi vini. Mentre la sorella minore Ginevra, biologa, si occupa dello studio dei terreni e delle uve, oltre che della comunicazione. E dal vino, non a caso, è nata Winestillery, che già nel nome racchiude l’essenza del progetto, come tiene a sottolineare il suo ideatore e master distiller: “Volevo aprire una distilleria partendo dal vino, non dai cereali”.
Enrico e Niccolò Chioccioli Altadonna
IL TERROIR
Il risultato è una gamma di prodotti che, oltre al whisky, comprende diverse referenze di gin, tra cui un London dry, un Old Tom e alcune edizioni limitate, oltre ad Hyper Low Gin, un “elisir di gin” dalla gradazione alcolica di 0,7% vol.: ne bastano poche gocce in acqua tonica per ottenere un vero Gin Tonic analcolico (ovvero con gradazione inferiore a 0,5%, come da definizione di legge). E poi vermouth, bitter e vodka. Tutti caratterizzati dallo stesso terroir dei vini di famiglia.
AZIENDA APERTA
Proprio per valorizzare il legame con la tradizione vitivinicola e il territorio del Chianti, distilleria e azienda vinicola sono aperte al pubblico, su prenotazione, per visite, degustazioni guidate e masterclass sui cocktail (prezzi dai 35 ai 160 euro, a seconda dell’esperienza scelta). Il modo migliore per far conoscere filosofia e tecniche di produzione, fidelizzare i clienti e conquistarne di nuovi offrendo un’esperienza unica, nella cornice di una regione altrettanto unica come quella del Chianti Classico.
In attesa dell’avvio di una seconda distilleria nel pieno centro storico di Firenze, il nuovo progetto al quale Enrico Chioccioli Altadonna sta lavorando da tempo: “L’alambicco è già in costruzione, speriamo di riuscire a inaugurarla entro l’anno”, ci racconta. La distilleria urbana, in cui sarà concentrata la produzione del whisky, disporrà anche di spazi dedicati alla didattica e, ovviamente, sarà anch’essa aperta alle visite, nel cuore di una delle città più turistiche del mondo.
Testo a cura di Nicole Cavazzuti e Stefano Fossati.
Fonte: Horecanews.it