Food & beverage italiano da record: ISMEA certifica il dominio europeo del settore

ISMEA certifica primato europeo agroalimentare italiano: 15% del PIL, leadership in valore aggiunto, export record e investimenti ai massimi storici.

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Il comparto agroalimentare italiano rappresenta il 15% del PIL nazionale considerando l’intera filiera dal campo alla tavola, confermandosi pilastro dell’economia e leader europeo. È quanto emerge dal Rapporto annuale ISMEA presentato oggi a Roma con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che documenta la resilienza del settore agli shock esogeni del decennio e i numerosi primati continentali. La robustezza strutturale coinvolge sia la produzione agricola sia l’industria di trasformazione alimentare.

Italia al vertice in Europa

Il Rapporto ISMEA 2025 attesta la posizione di vertice dell’Italia nell’agroalimentare continentale attraverso molteplici indicatori strategici. Il Paese detiene il primo posto europeo per valore aggiunto agricolo, comprendendo silvicoltura e pesca, con 44,4 miliardi di euro in forte espansione sia in termini nominali che reali. Nell’industria alimentare si colloca al terzo posto con 38 miliardi di euro, preceduta solo da Germania e Francia, con incrementi del 3,5% a prezzi correnti e del 3,2% a prezzi costanti.

La crescita del reddito agricolo si distingue a livello europeo con un +9,2% nel 2024, che segue il +11,7% registrato nel 2023. Performance che sovrastano ampiamente la media UE, attestata a +0,7% nel 2024 e negativa a -6,2% nel 2023. La produttività agricola italiana raggiunge 46.300 euro di valore aggiunto per addetto, posizionandosi oltre la media comunitaria.

Eccellenze, forza lavoro e capitali

Il primato mondiale nelle certificazioni DOP e IGP, con circa 900 registrazioni, testimonia l’eccellenza qualitativa e la distintività del made in Italy alimentare riconosciuta globalmente. L’occupazione nel settore primario conta circa 1 milione di addetti nel 2024, segnando un +0,7% rispetto all’anno precedente. Sul decennio l’aumento tocca il 2,9%, in netta controtendenza rispetto al -17% europeo.

I capitali privati destinati all’agricoltura hanno raggiunto i 10,6 miliardi di euro nel 2024, livelli mai toccati in precedenza, segnalando la solidità delle aspettative degli operatori. L’insieme di questi risultati disegna un settore in crescita strutturale e dinamico.

Vendite estere e saldo positivo

Le esportazioni agroalimentari sfiorano i 70 miliardi di euro nel 2024, mentre la bilancia commerciale mostra una inversione storica: dal deficit di 6 miliardi del 2015 si è arrivati a un attivo di 2,8 miliardi. I primi nove mesi del 2025 consolidano la tendenza con vendite estere cresciute del 5,7%. Particolarmente dinamico il mercato statunitense, dove nel 2024 le vendite hanno toccato 7,8 miliardi di euro, con un balzo del 17,1% sul 2023.

Nodi critici: geopolitica e tariffe

Il documento segnala criticità di origine esterna connesse alle turbolenze geopolitiche globali e alla fase di transizione verso forme di protezionismo commerciale. Le nuove tariffe statunitense introdotte nel 2025 costituiscono un nodo particolarmente sensibile approfondito nel Rapporto. L’analisi degli effetti richiede attenzione alle specificità dei singoli comparti, al grado di sostituibilità dei prodotti italiani nel mercato nordamericano e alle variazioni del tasso di cambio, che pesano sugli scambi in misura comparabile alle tariffe.

In base all’accordo Usa-UE del luglio 2025, l’agroalimentare risulta gravato da un dazio addizionale medio ponderato del 12,9%, inferiore rispetto ad altri Paesi ma relativamente più oneroso rispetto ai comparti industriali per cui l’Unione ha negoziato condizioni più vantaggiose. Lo scenario resta in evoluzione e fortemente condizionato dalle aspettative degli operatori. Una stima più precisa dell’impatto delle tariffe sarà possibile dalla metà del 2026.

Risorse pubbliche: più di 15 miliardi in tre anni

Nel triennio il Governo ha destinato più di 15 miliardi di euro al settore per consolidare filiere, innovazione e inserimento giovanile in agricoltura. L’implementazione del PNRR agricolo ha portato le risorse gestite dal Masaf da 3,6 a 8,9 miliardi di euro. Tra le misure di maggior rilievo figura il Fondo contratti di filiera, la cui disponibilità finanziaria è stata incrementata di ulteriori 2 miliardi per un totale complessivo di 4 miliardi.