Food Industry Monitor: crescita e prospettive delle aziende alimentari italiane

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Il Food Industry Monitor analizza le performance di un campione di circa 840 aziende, con un fatturato aggregato di circa 90 miliardi di Euro, attive in 15 comparti del settore food. L’osservatorio analizza le performance storiche delle aziende del food dal 2009 al 2023 focalizzandosi sulle seguenti dimensioni: crescita, export, redditività, produttività e struttura finanziaria. Per ogni comparto sono state elaborate le previsioni di crescita del fatturato e dell’export e sull’andamento della redditività relative al biennio 2024-2025.

DIECI ANNI DI FOOD ITALIANO

Il food italiano ha registrato negli ultimi dieci anni una crescita rilevante, passando da un valore di 53 miliardi nel 2012 a circa 90 miliardi nel 2023. Le esportazioni hanno visto una crescita continua, passando nello stesso periodo da 23 a 44 miliardi di euro. Gli occupati nella sola industria di trasformazione alimentare sono aumentati da 449.000 a 488.000, con una crescita record di circa 39.000 unità, in un periodo non particolarmente positivo per l’economia italiana.
Negli ultimi dieci anni, le aziende del food italiano hanno performato costantemente meglio delle medie imprese italiane (Dati MBRES) non solo in termini di redditività (ROI), ma anche per quanto riguarda la produttività degli investimenti e il tasso di indebitamento.

Le aziende italiane, note per il loro posizionamento di leadership di qualità in molti segmenti di mercato, sono ancora relativamente piccole, con un fatturato medio di circa 97 milioni di euro e 178 collaboratori. Dal 2013 al 2022 il fatturato medio è cresciuto del 4,4% annuo. Il food italiano resta caratterizzato dalla prevalenza di PMI a controllo familiare, che, se da un lato ha garantito un’offerta di qualità bilanciando tradizione e innovazione, dall’altro rappresenta un limite oggettivo nel confronto internazionale.
Le aziende del campione Food Industry Monitor hanno realizzato, a partire dal 2009, 72 acquisizioni di cui ben 26 verso target internazionali, per un controvalore complessivo di 5,4 miliardi di euro. Le acquisizioni sono uno strumento efficace di crescita profittevole, infatti, le aziende che hanno effettuato acquisizioni hanno registrato, dopo tre anni dalla conclusione dell’operazione, un aumento del fatturato di poco inferiore al 90% e un miglioramento dell’EBIT margin del 6%.
Occorre sottolineare l’assoluta eccellenza del settore che, in 10 anni ha Saputo superare diverse crisi congiunturali, una pandemia, tensioni geopolitiche e processi di deglobalizazzione, continuando a crescere sopra la media nazionale, incrementando le esportazioni e generando continuo interesse in operazioni di fusione e acquisizione.” Ha commentato Gabriele Corte, Direttore Generale, Ceresio Investors.

PERFORMANCE 2023

Il 2023 è stato un anno estremamente positivo per il settore food con una crescita del 10% grazie sia alla buona tenuta del mercato interno sia alle eccellenti performance riscontrate nell’export. Nel 2023, le esportazioni del settore hanno raggiunto i 44 miliardi di euro, registrando una crescita del 6,3%, un dato eccellente anche se inferiore alla crescita registrata nel 2022, determinata in parte dall’aumento dei prezzi. I dati reddituali evidenziano uno scenario ampiamente positivo. La redditività commerciale (ROS) raggiunge il 5,1%, un dato in linea con quanto registrato nel 2022. La redditività del capitale investito sfiora l’8% ed è in leggera crescita rispetto al 2022, grazie alla capacità di ottimizzare le scorte.
Il settore continua a crescere sia per la buona tenuta dei consumi interni sia per la forte dinamicità sul mercato internazionale. L’export di qualità è una forza propulsiva determinante del settore del food italiano.” Ha spiegato Carmine Garzia, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, docente di Management presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

PREVISIONI 2024-2025

La crescita del settore proseguirà nel biennio 2024-2025 con tassi superiori al PIL. In particolare, per il 2024 si prevede una crescita del +4,8%, mentre per il 2025 la crescita sarà del 5,2%. Anche l’export continuerà a crescere; stimiamo infatti che nel 2024 la crescita delle vendite all’estero sarà del 8,1% e nel 2025 del 7,3%.
Nel 2024 cresceranno a tassi superiori alla media di mercato settori tipici del Made in Italy come caffè, olio, distillati e vino, soprattutto per via dei buoni risultati sul mercato internazionale. Cresceranno a valori leggermente inferiori altri settori come pasta, latte e derivati, e dolci, che risentiranno delle tensioni generate dal sistema della distribuzione e della contrazione dei consumi in alcuni segmenti del mercato italiano.
È arrivato il momento per le aziende italiane del food di consolidare gli eccellenti risultati del periodo post Covid. La crescita dimensionale è una priorità che deve essere perseguita anche attraverso acquisizioni e fusioni che andrebbero non solo a vantaggio della singola azienda, ma anche delle filiere produttive.” Ha evidenziato Alessandro Santini, Head of Corporate & Investment Banking per Ceresio Investors.

ROUND TABLE – I RELATORI

Il convegno è stato presentato da Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio 24 Il Sole 24 Ore, che ha anche moderato la tavola rotonda che ha visto tra i relatori una rappresentanza dei maggiori operatori del settore food & beverage italiano, in particolare:
•    Regina Corradini D’Arienzo, CEO di SIMEST
•    Alessandro Santini, Head of Corporate & Investment Banking di Ceresio Investors
•    Andrea Stolfa, CEO di Omnia Technologies
•    Massimo Ambanelli, co-founder di HIFOOD, e CCO di CSM Group Americas & Asia
•    Federico Vecchioni, AD di Bonifiche Ferraresi SpA
•    Maura Latini, Presidente di COOP Italia
Le conclusioni del convegno sono state affidate, come da tradizione a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche.

Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, fondata nel 2004 su iniziativa di Slow Food, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo è un ateneo non statale e legalmente riconosciuto dallo Stato italiano, nato per dare dignità accademica alla gastronomia e promuovere un modello interdisciplinare di studio del cibo. Istituzione dinamica e di impronta fortemente internazionale, l’UNISG ha visto nella sua ultradecennale attività la presenza di oltre 3.200 studenti da oltre 97 Paesi. L’ateneo forma gastronomi con competenze professionali, capaci di indirizzare la produzione, la distribuzione e il consumo di cibo in modo sostenibile.
Ceresio Investors rappresenta il gruppo bancario svizzero che fa capo a Banca del Ceresio – specializzato nella gestione di patrimoni, nella custodia titoli, nel Corporate & Investment Banking e nel consolidamento fiscale e patrimoniale – fondato nel 1919 a Milano da Antonio Foglia. La terza generazione della famiglia Foglia è attiva oggi a Lugano attraverso la capogruppo Banca del Ceresio, a Milano tramite Ceresio SIM, Global Selection SGR e Eurofinleading Fiduciaria; a Londra con Belgrave Capital Management. La solidità patrimoniale (Leverage ratio semplificato 38.9%), la reputazione nella gestione (CHF 8.4 miliardi di attivi in gestione) e la logica del co-investimento tra proprietà e clientela rappresentano da sempre i suoi principali elementi distintivi (www.ceresioinvestors.com).
Fonte: Horecanews.it