Un appello a tenere in dovuta considerazione le sensate preoccupazioni degli italiani sui prodotti Nbt, in occasione della paventata deregolamentazione da parte dell’Unione europea: lo lancia AssoBio ai membri italiani del Parlamento europeo, in vista del voto che l’assemblea plenaria dell’UE pronuncerà sulla proposta che darebbe un “via libera” pressoché indistinto ai “nuovi OGM”, ottenuti con le New breeding techniques (Nbt o Ngt, New genomic techniques).
Un voto favorevole rischierebbe di cancellare le regole vigenti dal 2001 per la commercializzazione di organismi geneticamente modificati e il divieto nazionale sulla coltivazione. Verrebbero annullati gli obblighi di valutazione del rischio secondo il principio di precauzione, tracciabilità delle modifiche genetiche ed etichettatura dei prodotti finali al consumatore, togliendo di fatto il diritto di scelta.
Quello che chiedono gli italiani è invece di segno nettamente opposto. Lo afferma l’Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici che comunica alcuni risultati del sondaggio “Prodotti NBT & Ogm la percezione dei consumatori”, condotto a dicembre tramite l’istituto SWG (indagine cawi, su 1.002 cittadini italiani tra i 18 e 74 anni).
Per il 63% degli intervistati, infatti, la Commissione Europea non dovrebbe togliere l’obbligo di segnalare nell’etichettatura la presenza di prodotti Nbt o Ogm.
Va ricordato che la definizione di NGT (NBT) usata per escluderli dalla corrente legislazione sugli Ogm non è basata su alcuna evidenza scientifica, come ha sottolineato l’Agenzia francese per la salute e la sicurezza alimentare. Secondo l’Anses i criteri per definire gli Ogm esclusi da tutte le valutazioni, etichettature e tracciabilità non sono basati su alcuna giustificazione scientifica e la mancanza di chiarezza renderà impossibile verificare questa categorizzazione.
Non è tutto. La “deregulation” del settore, secondo la Coalizione Italia Libera da OGM di cui AssoBio fa parte, aprirebbe la strada al rischio di mutazioni genetiche fuori bersaglio, a effetti su piante e organismi viventi ancora largamente sconosciuti, renderebbe impossibile prevedere i potenziali effetti dirompenti sulla biochimica e la fisiologia della pianta e sull’ambiente, alla biocontaminazione della filiera.
Ma gli italiani si dimostrano consapevoli e presenti, anche sui rischi percepiti della commercializzazione di prodotti Ogm e Nbt, per il benessere dell’ambiente e dell’uomo: ben tre quarti del campione intervistato si dichiara preoccupato per le conseguenze sulla salute umana (74%), per la perdita della biodiversità (74%), per il rischio di aumento delle allergie negli esseri umani (73%).
Eliminare ogni requisito di tracciabilità degli Nbt disseminati sul mercato, inoltre, renderebbe impossibile la coesistenza con il settore agricolo Ogm-free e lascerebbe gli agricoltori senza tutela legale in caso di contaminazione. Un voto favorevole sopprimerebbe inoltre la possibilità degli stati membri di vietare la coltivazione di piante Nbt e distruggerebbe il settore agroalimentare biologico e Ogm Free.
Circa due intervistati su tre, nel sondaggio SWG commissionato da AssoBio, esprimono preoccupazione per il rischio di aumento dell’utilizzo di pesticidi (69%) e per la contaminazione di tutti i raccolti, anche quelli che non utilizzano questi prodotti (67%). Tali risultati sono un’anticipazione della ricerca di Swg, un’indagine quantitativa sulla percezione dell’utilizzo dei prodotti NBT e OGM all’interno della filiera agroalimentare, elaborata in vista di Cibus, Salone internazionale dell’alimentazione, in programma il prossimo maggio a Parma.
“L’eventuale introduzione dei nuovi OGM nel settore agroalimentare italiano metterebbe profondamente a rischio la qualità e la resilienza dell’intero comparto rafforzando un modello di agricoltura industriale che necessita di input esterni che impattano sia sulla salute umana che sull’ambiente, oltre a indebolire la resilienza dell’agricoltura, standardizzare i prodotti e appiattire l’agrobiodiversità. Quello che gli impegni internazionali e, soprattutto, i cittadini chiedono, è invece un’agricoltura realmente sostenibile e agroecologica, che tuteli la biodiversità e le risorse e fornisca cibo sano e di buona qualità. Non vogliamo trovarci di fronte alle pressioni dell’agroindustria, accettando una scienza che rinuncia al rigore e al metodo, saltando passaggi doverosi per aprire all’industria nuovi spazi di profitto.” Dichiara Nicoletta Maffini, Presidente AssoBio.
Da sempre insieme ad AssoBio nell’attività di contrasto a un via libera senza regole alle Nuove tecniche del genoma alimentare, FederBio ribadisce il proprio impegno a tutela dei consumatori, degli agricoltori e dei produttori biologici.
“Il sondaggio conferma che i cittadini, come per gli OGM, chiedono trasparenza anche per le nuove tecniche genomiche – dichiara Maria Grazia Mammuccini Presidente di FederBio – La loro deregolamentazione è pericolosa perché cancellerebbe di fatto l’obbligo di etichettatura e valutazione del rischio di questi nuovi OGM, rendendo impossibile tracciarne la presenza lungo l’intera catena alimentare. Tutto ciò renderebbe di fatto impossibile mantenere e rafforzare la specificità del biologico che esclude le NGT dal processo produttivo. Per questo è necessario un quadro giuridico che, come avviene per gli OGM, garantisca la protezione da contaminazioni accidentali e la massima trasparenza e tracciabilità delle filiere per garantire ai cittadini la possibilità di scegliere il loro cibo e agli agricoltori il modo di produrre”.