AssoBio prende posizione sulla riforma PAC

Serve una destinazione vincolante dei fondi a favore di ambiente, clima e benessere animale: la posizione di AssoBio sulle proposte di modifica UE della PAC.

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AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, prende posizione in merito alla proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC), presentata recentemente dalla Commissione Europea.

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In linea con le osservazioni espresse da FederBio e IFOAM Organics Europe, AssoBio manifesta forte preoccupazione per un impianto che rischia di indebolire gli impegni ambientali dell’Unione Europea e rallentare la transizione ecologica del settore agricolo.

Il principale punto critico riguarda la scelta di concentrare quasi interamente il bilancio sul sostegno al reddito, tramite pagamenti a superficie, demandando agli Stati membri – senza obblighi vincolanti – il compito di finanziare le misure agroambientali. Una direzione che, secondo l’Associazione, mina l’efficacia e l’equità della PAC, rendendo incerto il futuro delle pratiche agricole sostenibili.

Come FederBio e IFOAM OE, anche AssoBio chiede che almeno il 30% del bilancio PAC venga vincolato in modo chiaro a interventi per la tutela dell’ambiente, il contrasto al cambiamento climatico e il benessere animale. Solo così sarà possibile garantire un sostegno concreto a pratiche come l’agricoltura biologica e l’agroecologia, strumenti fondamentali per salvaguardare i servizi ecosistemici e promuovere un’agricoltura realmente sostenibile.

“La proposta di riforma della PAC, presentata lo scorso 16 luglio, ci lascia basiti in quanto va esattamente nella direzione opposta a quanto avremmo auspicato!  Almeno un terzo dei fondi dovrebbe essere dedicato ai servizi ecosistemici e all’agricoltura biologica, soluzione che offre grandi benefici ambientali e per la salvaguardia della salute – afferma Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio -. La scelta di assegnare le risorse esclusivamente ai pagamenti a superficie penalizza ulteriormente il biologico e, senza un chiaro orientamento verso la sostenibilità da parte del bilancio dell’Ue e della PAC, si verificherà una corsa al ribasso tra gli Stati membri che metterà a repentaglio la sovranità alimentare europea. Tutto ciò impoverirà e non rafforzerà un settore che dovrebbe essere strategico per il futuro dell’Europa. Gli agricoltori biologici necessitano di un sostegno politico ed economico stabile, che offra una prospettiva a lungo termine”.

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