Dazi USA: Italia primo paese d’Europa per export negli Stati Uniti

Export agroalimentare record a 67,5 miliardi. Dazi USA minacciano 300 milioni dell'export italiano, ma l'unicità del Made in Italy limiterà i danni.

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Record storico per l’agroalimentare italiano all’estero, con vendite che toccano i 67,5 miliardi di euro a fine 2024, segnando un balzo di oltre 5 miliardi rispetto all’anno precedente. Il settore, in costante ascesa con una crescita media annua del 6,5% dal 2010, rappresenta ora quasi l’11% dell’intero export nazionale – un traguardo mai raggiunto prima.

La minaccia dei dazi americani potrebbe però gettare un’ombra su questi risultati straordinari. A Bormio, durante la presentazione del Forum “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage” organizzato da TEHA (The European House – Ambrosetti), la questione è stata al centro dell’analisi presentata da Valerio De Molli, Managing Partner e CEO dell’organizzazione.

De Molli ha rivelato dati sorprendenti: nonostante l’impennata del 17% nell’export agroalimentare verso gli USA nell’ultimo anno, l’impatto dei possibili dazi sarebbe più contenuto del previsto. Pur esponendo teoricamente il 20% dell’export italiano a rischio, la realtà appare meno preoccupante grazie a un fattore cruciale: l’unicità del Made in Italy.

Dei 7,8 miliardi esportati negli Stati Uniti, ben 6 miliardi riguardano prodotti senza equivalenti sul mercato americano. Questo significa che, sebbene i dazi potrebbero teoricamente causare danni per 1,3 miliardi di euro, l’impatto effettivo si ridurrebbe a circa 300 milioni – poiché quasi l’80% delle nuove imposte colpirebbe prodotti che i consumatori americani continuerebbero ad acquistare nonostante i prezzi maggiorati.

A salvare l’export italiano sarebbe proprio l’inimitabilità dei prodotti DOP e IGP – con il vino in prima linea – insieme a conserve di pomodoro, pasta, salse e farine: eccellenze che, anche con i dazi, manterrebbero il loro appeal sul mercato statunitense.

Boom export olio e cioccolato italiani, vino vale oltre 12% totale

Il vino italiano è il prodotto agroalimentare italiano più esportato con oltre 8 miliardi di euro di valore e una crescita del 5,5% nel solo 2024, seguono pasta e prodotti della panetteria che valgono 7,6 miliardi (+8,6% nell’ultimo anno). Secondo i dati elaborati da TEHA, grassi e oli vegetali italiani (4,1 mld di export) e cioccolato (3,4) hanno fatto registrare le crescite più significative del 2024: rispettivamente +27,2% e +17,8%. In positivo anche i prodotti lattiero-caseari (+9,1% per 6,5 miliardi di export), la frutta (+8,3%, 3,9 miliardi) e i piatti pronti trasformati (+6,2%, 4,1 mld), mentre aumenti più contenuti sono stati rilevati per le bevande ad esclusione del vino (+5% per 4,2 miliardi), cibo per animali (+3,3%, 3,1 mld) oltre che frutta e vegetali trasformati che valgono oggi 6 miliardi all’estero, in linea (+0,7%) con il 2023.

Italia leader globale per export pomodori, pasta, amari, sidro di mele e verdure lavorate

In 15 categorie merceologiche del settore agroalimentare, l’Italia è leader di mercato nel mondo: tra queste i pomodori pelati dove rappresentiamo il 76,3% del mercato globale, la pasta italiana che ne vale quasi la metà (48%) o gli amari e distillati al 34,5%. I salumi italiani nei sette continenti raggiungono una quota del 29,9%, la bresaola del 29% e la passata di pomodoro del 24,1%. Tra le verdure lavorate, il 21,9% del mercato globale viene dal Bel Paese, così come il 9,4% di quello del sidro di mele. L’Italia è seconda al mondo per esportazione di castagne (25,2%), vino (20,7%), olio di oliva (17,4%) e caffè (15,8%). “La forza dei prodotti italiani nel mondo – ha sottolineato Benedetta Brioschi, Partner TEHA, nel presentare il prossimo Forum Food&Berverage di Bormio che vedrà la partecipazione di manager di primo livello dell’industria agroalimentare italiana, della distribuzione e rappresentanti di associazioni e istituzioni del settore – risiede nei livelli di qualità che non hanno confronto in Europa: il valore medio delle nostre esportazioni agroalimentari è oggi di 254,5 euro per 100 kg di prodotto, superiore a Spagna (214 euro), Paesi Bassi (207), Germania (172) e Francia (131 euro /100Kg)”.

L’eccellenza valtellina nella prima regione per fatturato agroalimentare

La Lombardia si conferma prima regione in Italia per fatturato agroalimentare con 50 miliardi di Euro (19% del totale nazionale), il 41% in più rispetto al 2015, e detta la linea anche per l’export del comparto (10,9 miliardi). La Valtellina, dove si svolgerà la 9° edizione del Forum TEHA di Bormio – è una punta di diamante dell’enogastronomia italiana. Sondrio è l’undicesima provincia italiana su 107 per impatto economico delle produzioni certificate di cibo (260 milioni di Euro) e la quarta per produzione di vino con 3,2 milioni di bottiglie ogni anno da 24 milioni di euro di valore complessivo. “Abbiamo scelto Bormio per realizzare uno dei più importanti eventi italiani nel settore agroalimentare – ha concluso De Molliper valorizzare l’impegno di una comunità che puntando su qualità e tradizione produce un valore socioeconomico senza eguali per la Lombardia e un modello per l’intero Paese”.

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