Il Sabir di Palermo, in zona Libertà-Politeama, non è solo un cocktail bar, ma un punto di incontro tra storie e tradizioni mediterranee, un ponte tra culture che va oltre il semplice locale dove bere bene.
SABIR: NOME, FILOSOFIA E STORIA
Sergio Mannino, il nome Sabir ha una storia affascinante…
Sabir è un’antica lingua del Mediterraneo, una sorta di esperanto ante litteram. Tra l’XI e il XIV secolo, pescatori e commercianti dei porti mediterranei per comunicare usavano questo mix di siciliano, genovese, veneziano, sardo, occitano, spagnolo, greco, arabo e altre lingue. Era una lingua pratica e multiculturale, un simbolo di scambio e dialogo. Abbiamo scelto questo nome per il locale perché riflette la nostra filosofia: superare barriere culturali e religiose e mettere in luce le similitudini tra i popoli attraverso ciò che sappiamo fare meglio, i cocktail.
Il locale ha un’atmosfera unica. Ci racconti la sua storia?
Sabir si trova in una struttura di fine ‘800 su due livelli. La parte inferiore, che ospita il bancone, è sotto il livello stradale, perché fino all’avvento del Fascismo questa zona di Palermo era più bassa di circa tre metri rispetto a oggi. È un pezzo di storia che abbiamo mantenuto intatto per offrire ai nostri ospiti un’esperienza immersiva.
COCKTAIL CHE RACCONTANO IL MEDITERRANEO TRA APERITIVI E NARGHILÈ
In che modo i vostri cocktail riflettono la vostra filosofia?
I nostri drink raccontano storie. Per esempio, la nuova drink list è ispirata alle festività del mondo del Mediterraneo e oltre. Ogni cocktail rappresenta una celebrazione culturale: ad esempio, il Negroni in Tre Atti è dedicato al Capodanno fiorentino (un drink in tre bicchieri), mentre il Primo Sorso (tè alla menta, cordiale al dattero, gin Tanqueray 0.0%) è un cocktail senz’alcool che si rifà all’Iftar, rituale musulmano che, al tramonto, segna la fine del digiuno quotidiano durante il Ramadan, con acqua e datteri.
Quali sono i cocktail più apprezzati della vostra nuova drink list?
Tra i più venduti ci sono il Golden Mule, (gin Bulldog, zafferano, liquore al melograno Paesano, limone e zenzero), ispirato al Nevruz, la festa di primavera ottomana e persiana e La Catrina (mezcal Montelobos, tequila Espolon Blanca, salvia, succo di lime e sciroppo di agave), richiamo al Dia de los Muertos messicano.
I cocktail non sono la vostra unica proposta…
Oltre ai drink, in effetti, offriamo un aperitivo che è un viaggio tra le cucine mediterranee, con piatti come il cuscus al pesto genovese o la burek balcanica ripiena di formaggi italiani. Siamo stati anche il primo shisha bar in Italia conforme alle normative. Il narghilè è un simbolo di convivialità che abbiamo integrato nella nostra offerta con un tocco di qualità e originalità.
Ospitate anche feste private, dai compleanni alle lauree…
A volte ci viene richiesto l’affitto dell’intero locale in esclusiva. I prezzi? Si parte dagli 800-1000 euro per un lunedì sera. Molti ci contattano grazie a un Reel su Instagram in cui spieghiamo come organizzare un evento. La comunicazione sui social è fondamentale: per noi, il salto di qualità è arrivato quando ne abbiamo affidato la gestione a una società di comunicazione esterna, fondata fra l’altro da un ragazzo che in passato lavorò dietro il nostro bancone.
Come descriveresti la vostra clientela?
Abbiamo clienti di tutte le età, dalle feste di laurea ai compleanni, fino ai pensionamenti. Siamo molto attenti a selezionare il pubblico: non siamo il posto dove venire solo per fare serata.
IL FUTURO DI SABIR
Qual è il prossimo obiettivo di Sabir?
Continuare a innovare, mantenendo intatta la nostra identità. Vorremmo ampliare il concetto di storytelling nei nostri drink, magari organizzando eventi che coinvolgano altre realtà culturali. Il nostro obiettivo è restare un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza autentica e significativa. E partecipare alla Palermo Cocktail Week 2025.
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