BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL –
Barcellona è una città che accoglie e sorprende. Sul tetto dell’SLS Hotel, nella luce calda del pomeriggio, il vento porta l’aroma salmastro del porto. Qui si trova Kyara, il nuovo cocktail bar nato dall’incontro tra la profumeria e la mixology per opera di Alex Kratena e Monica Berg, pluripremiata coppia proprietaria del Tayēr + Elementary a Londra.
A guidare Kyara è Daniele Salviato, originario del Veneto, passato da Treviso, Venezia e Bassano prima di approdare in Catalogna.
Credits: Kyara Press
Quanti bar ci sono all’interno dell’hotel?
Quattro. Si parte da Deluxe, nella lobby, aperto dalla mattina all’una di notte. Poi Coral, il bar della piscina al piano terra, riservato agli ospiti. Al quinto piano c’è Kyara, dove siamo ora. E tra poco inauguriamo Cosmico, il rooftop: 568 metri quadrati, il più grande di Barcellona.
Un progetto importante. L’hotel è nuovo?
Sì. Il gruppo americano SLS ha lavorato tre anni per completarlo. Una ristrutturazione totale, con l’idea di dare nuova vita a quest’area della città. Hanno investito molto anche nella parte gastronomica e nell’intrattenimento.
Cosmico sarà aperto al pubblico?
Sì. Di giorno sarà esclusivo per gli ospiti, ma dalle 19 diventa aperto a tutti. Ci sarà musica, dj internazionali, feste ogni settimana. L’ascensore collega direttamente Cosmico e Kyara al piano terra.
Credits: Kyara Press
E la tranquillità delle camere?
Garantita. Tutte insonorizzate. Hanno curato ogni dettaglio.
Parliamo di te. Come sei arrivato qui?
Tutto è cominciato con Manuel Spolaore, oggi head bartender qui. Ci siamo conosciuti oltre dieci anni fa a Venezia. Io ero al Mercante, lui lavorava da Zanze, un ristorante che poi ha preso la stella Michelin. Ci siamo incrociati tante volte, anche quando ero al Cloackroom di Treviso. Lui veniva a bere un Sazerac e si parlava di tutto.
Poi lui è tornato a Londra.
Sì, ha lavorato al Ritz, poi per tre anni al Tayēr da Alex Kratena e Monica Berg. Quando si è aperta la possibilità di venire a Barcellona, mi ha chiamato. Stavo per firmare per Sydney, ma in quattro giorni ho cambiato rotta.
Credits: Kyara Press
Una scelta rapida.
Manuel mi disse che l’head bartender aveva avuto un contrattempo. Se avessi voluto, avrebbe potuto organizzarmi una call con Alex e Monica nel giro di due ore. L’ho fatta. E ho accettato.
E prima?
Dopo Treviso ho avviato il Mare a Mestre, in Piazza Magnini. Poi Bassano: lavoravo con Elisa Favaron al Cucù. Abbiamo vinto premi, tra cui il miglior cocktail bar d’Italia per Mito Magazine, ed Elisa è arrivata alla finale mondiale a Barcellona.
Infine, il bisogno di cambiare…
Bassano è splendida, ma avevo bisogno di respirare altro. Tre anni fa ero a Singapore con Nikka per i 50 Best. Guardando quel palco, mi sono detto: voglio esserci, voglio arrivare lì. Così oggi sono qui, a guidare Kyara.Davvero, non potrei essere più felice. Siamo solo all’inizio, ma c’è già tanta bellezza intorno. E manca poco per vedere anche Cosmico in piena attività.
Che tipo di lavoro c’è dietro un progetto tanto raffinato?
Un lavoro di squadra. Non esiste altro modo. Kyara nasce da due anni di studio e sviluppo insieme a Alex Kratena e Monica Berg. La loro visione è sempre stata lucida: creare qualcosa che rompesse gli schemi, ma senza perdere accessibilità. Ogni dettaglio, dai profili aromatici alla selezione musicale, è il risultato di centinaia di decisioni prese insieme.
Credits: Kyara Press
Com’è lavorare con due delle figure più importanti dell’industria mondiale della miscelazione?
È ispirante. Alex e Monica sono tra le menti più brillanti del nostro settore. Ma non impongono: ascoltano, discutono, si confrontano. Ti stimolano a pensare, a trovare nuove soluzioni. Con loro non esiste la parola routine. Ogni giorno è una possibilità per migliorare. Quando ti confronti con professionisti così, capisci quanto ancora puoi crescere.
Che tipo di formazione offrite al vostro staff?
Una formazione profonda. Non si tratta solo di saper shakerare o conoscere le ricette. Vogliamo che ogni bartender comprenda cosa c’è dietro ogni aroma, ogni equilibrio. Usiamo strumenti di analisi sensoriale, facciamo tasting settimanali e coinvolgiamo anche esperti esterni. Il nostro obiettivo non è creare esecutori, ma menti creative.
Kyara non offre solo cocktail…
Assolutamente no, abbiamo anche una proposta di food in abbinamento ai drink.
E il pubblico di Barcellona come ha risposto?
Con grande entusiasmo. Qui c’è una cultura gastronomica raffinata e una voglia di sperimentare. Ci hanno accolti con curiosità e rispetto. Kyara non è un posto dove vai per bere e basta. È un luogo dove ti fermi, assapori, ti lasci sorprendere.
Qual è, per te, la più grande sfida di questo lavoro?
Rimanere sempre fedeli alla qualità, anche quando il volume aumenta. Ogni drink deve essere perfetto. Ogni ospite deve sentirsi ascoltato. Il nostro bar è elegante, ma non elitario. Vogliamo essere accoglienti, democratici, sinceri.
credits: Nicole Cavazzuti
L’ambizione da realizzare?
Sogno che Kyara diventi un punto di riferimento, non solo per la qualità dei drink, ma pure per la cultura che trasmette. E sogno di continuare a crescere. Ogni giorno è un’opportunità per imparare. Come dico sempre al mio team: il vero lusso non è solo quello che vedi, ma quello che senti, che resta.
Ritrovare un professionista italiano all’estero, così solido nella visione e sincero nella parola, è stato un piacere enorme.
Non solo per il racconto di un percorso, ma per quella consapevolezza che trasmette: che oggi la mixology è molto più di una moda. È cultura. È linguaggio. È arte liquida, e Kyara ne è una delle espressioni più affascinanti.
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