“Abbiamo iniziato l’anno ancora una volta con slancio e performance resiliente in un trimestre a bassa stagionalità e nonostante la prevista base di confronto sfavorevole. Il nostro outlook resta invariato. Con la normalizzazione dei consumi nel settore e un contesto macroeconomico volatile, ci aspettiamo una continua sovra-performance rispetto al settore grazie alla forza dei nostri marchi che competono in categorie in crescita, particolarmente negli aperitivi e nella tequila. Riguardo al medio periodo, rimaniamo fiduciosi nel continuo slancio della crescita per conseguire una performance profittevole. Con il recente perfezionamento dell’acquisizione di Courvoisier, siamo anche orgogliosi di dare il benvenuto a questa maison iconica di cognac nel nostro portafoglio di marchi premium e a priorità globale, e ci adopereremo per sfruttarne appieno il potenziale”, così ha commentato Matteo Fantacchiotti, Chief Executive Officer, i risultati del primo trimestre di Campari Group.
Le vendite nell’area Europa, Medio Oriente e Africa (45% del totale) sono cresciute del +2,2%. L’Italia ha registrato un calo del -4,9% con le vendite impattate dalla base di confronto molto alta, in particolare per Aperol (+32,9% nel primo trimestre 2023), mentre Campari ha registrato crescita sostenuta (+11,8%). La Germania è cresciuta del +12,4% con continua sovra performance guidata da Aperol e dall’innovazione Sarti Rosa, mentre anche l’aperitivo analcolico Crodino è cresciuto, assieme a Ouzo12. La Francia è cresciuta del +4,5% grazie ad Aperol, al prosecco Riccadonna, a Picon, a Trois Rivières e a Crodino, mentre il Regno Unito ha registrato un andamento più debole (-3,6%) influenzato dalla base di confronto difficile. Gli altri mercati della regione hanno registrato una performance positiva, trainata dagli aperitivi.
Le vendite dei brand a priorità globale (pari al 67% del totale) hanno registrato una crescita del +2,3%. Aperol è cresciuto del +6,3% nonostante la base di confronto sfavorevole (+43,6% nel primo trimestre 2023), trainato principalmente dalla Germania (+25,1%) e dagli Stati Uniti (+15,0%) seguiti da Francia, Austria, Canada e Spagna con sovra performance anche nei nuovi mercati come Brasile e Messico, mentre l’Italia, mercato chiave, è stato impattato dalla base di confronto molto difficile. Campari è cresciuto del +6,8% nonostante la base di confronto difficile (+23,9% nel primo trimestre 2023) con forte performance in Brasile, GTR e Italia, compensando un andamento più debole negli Stati Uniti. Espolòn è cresciuto del +13,2% con continua crescita a doppia cifra nel mercato principale degli Stati Uniti e accelerazione nei nuovi mercati. Wild Turkey (-10,3%) è stato impattato dal calo delle vendite nei mercati principali di Stati Uniti e Australia, nonché alla Corea del Sud, a causa della base di confronto difficile e nonostante una buona crescita nel brand ad alta marginalità Russell’s Reserve. Grand Marnier è cresciuto del +7,9%, mentre il portafoglio di rum giamaicani è risultato in calo del -8,7%, con sia Appleton Estate e Wray&Nephew Overproof impattati da basi di confronto sfavorevoli nei mercati principali nonché da vincoli temporanei nella disponibilità di prodotto. Infine, SKYY è calato del -11,4% a fronte di una base di confronto sfavorevole (+20,8% in primo trimestre 2023).
I risultati del primo trimestre 2024 nel dettaglio.
Le vendite del Gruppo sono state pari a €663,5 milioni, in calo del -0,7% a valore, con una variazione organica pari al
+0,2%. L’effetto perimetro è stato positivo a +0,6% (o €3,9 milioni) guidato dai brand di terzi in distribuzione, mentre l’effetto cambio è stato negativo a -1,4% (o -€9,4 milioni) principalmente trainato dal deprezzamento del dollaro statunitense.
Il margine lordo è stato pari a €381,2 milioni (57,5% delle vendite), in calo del -2,2% a valore. Il margine lordo è risultato in crescita a livello organico del +0,2%, con impatto neutrale sulla marginalità, grazie all’effetto prezzo e al mix positivo delle vendite che hanno compensato l’atteso impatto del costo dei materiali.
Le spese per pubblicità e promozioni sono state pari a €85,5 milioni, (12,9% delle vendite), in calo del -5,2% a valore. Il calo a livello organico è stato del -1,6%, causato dal phasing negli investimenti, generando quindi un incremento del margine di +20 punti base.
Il margine di contribuzione, ovvero il margine lordo dopo le spese per pubblicità e promozioni, è stato pari a €295,7 milioni, (44,6% delle vendite), in calo a livello totale del -1,3% (+0,7% a livello organico).
I costi di struttura, ovvero i costi delle organizzazioni commerciali e i costi generali e amministrativi, sono stati pari a €144,3 milioni (21,7% delle vendite), in crescita del +2,8% a valore. Tali costi sono cresciuti a livello organico del +4,2%, generando una diluizione della marginalità di -80 punti base, dovuta all’effetto dei continui investimenti su una crescita delle vendite nette inferiore.
L’EBIT-rettificato è stato pari a €151,5 milioni (22,8% delle vendite) in calo del -4,9% a valore. La variazione organica è stata del -2,3%, generando una diluizione della profittabilità di -60 punti base. Escludendo l’effetto temporaneo positivo di phasing nel primo trimestre del 2023, la crescita organica sarebbe stata pari a +13% circa, con margine lordo stabile.
L’effetto perimetro sull’EBIT-rettificato è stato pari a -0,2% (-€0,3 milioni, diluitivo di -20 punti base) dovuto all’effetto netto nei marchi di terzi in distribuzione. L’effetto cambio sull’EBIT-rettificato è stato negativo per -2,4% (-€3,8 milioni, diluitivo di
-20 punti base), principalmente per l’effetto del Peso messicano.
Le rettifiche di proventi (oneri) operativi sono state negative per -€2,2 milioni, principalmente attribuibili ad accantonamenti legati a iniziative di ristrutturazione.
L’EBITDA-rettificato è stato pari a €181,1 milioni (27,3% delle vendite) in calo del -1,7% a valore (+0,6% a livello organico).
L’EBIT (22,5% delle vendite nette) e l’EBITDA (27,0% delle vendite) si attestano rispettivamente a €149,2 milioni e €178,9 milioni.
Gli oneri finanziari netti sono stati pari a €11,9 milioni in calo di -€4,3 milioni rispetto al primo trimestre 2023, come risultato di oneri finanziari pari a €25,8 milioni (inclusi gli interessi incrementali sulle recenti obbligazioni convertibili per finanziare l’acquisizione di Courvoisier), in parte mitigati da interessi attivi di €13,8 milioni al netto di altri oneri. Il livello medio del costo di debito è calato al 3,1% rispetto al 3,3% nel primo trimestre 2023. I proventi sui cambi sono stati pari a €0,2 milioni (rispetto a -€3,3milioni nel primo trimestre 2023).
L’utile di Gruppo prima delle imposte-rettificato è stato di €147,3 milioni, in aumento del +5,8% rispetto al primo trimestre 2023. L’utile del Gruppo prima delle imposte è stato di €145,0 milioni, in aumento del +8,6%.
L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2024 è stato pari a €1.315,3 milioni, in calo di €538,1 milioni rispetto al 31 dicembre 2023 (€1.853,5 milioni), principalmente dovuto all’aumento di liquidità dall’emissione di capitale e debito convertibile effettuato a gennaio 2024 per finanziare l’acquisizione di Courvoisier, in parte mitigato dall’aumento di indebitamento lordo dovuto alle obbligazioni convertibili (al netto della componente azionaria).
Il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA rettificato su base mobile pari a 1,8 volte. Dopo il perfezionamento dell’acquisizione di Courvoisier il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA rettificato su base mobile sarebbe circa 3,55 volte con debito netto pro-forma includendo l’Enterprise Value di Courvoisier di €1,2 miliardi escludendo l’effetto positivo a conto economico del suo primo consolidamento.
Fonte: Horecanews.it