Sando, il Vermouth Chinato firmato Dibaldo Spirits

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Dibaldo Spirits svela Sando, un’interpretazione elegante del Vermouth Chinato che unisce la tradizione piemontese con uno spirito contemporaneo. Frutto della collaborazione tra il master blender Baldo Baldinini, il sommelier Francesco Cioria, e lo Chef Max Mascia, Sando rappresenta l’equilibrio perfetto tra opposti: tradizione e innovazione, intensità e freschezza, autenticità e creatività. Il nome Sando, ispirato al soprannome affettuoso con cui i clienti storici chiamano il ristorante stellato San Domenico di Imola (BO), celebra la ricca storia del Vermouth Chinato, rivisto con sensibilità moderna per esaltarne le radici nella cultura enogastronomica italiana. Questa creazione nasce da un’intuizione comune: riportare alla luce un’eccellenza della nostra tradizione e presentarla con un linguaggio rinnovato, capace di affascinare anche i palati più giovani.

Sando Vermouth Chinato si distingue per il suo profilo deciso, dominato  dalla presenza della china, una corteccia di origine sudamericana, che  aggiunge una componente amaricante di grande intensità. Questa  caratteristica rende la degustazione un viaggio profondo tra ricordi di  digestivi d’altri tempi e vibrazioni contemporanee.  Al palato, il prodotto si svela come una sinfonia di note complesse e  raffinate, che affondano le radici nella struttura robusta del vino rosso  piemontese, arricchito dalle sfumature erbacee e amaricanti di assenzio e  china. Un’esperienza pensata per chi ama lasciarsi sorprendere da sapori  decisi e coinvolgenti, perfetti per le stagioni fredde o per momenti di  riflessione gustativa.

Con Sando ho voluto risvegliare la memoria olfattiva del Vermouth Chinato,  trasformandola in un vero e proprio viaggio sensoriale, capace di  emozionare fin dal primo sorso. È un vino aromatizzato che racconta la  tradizione in forma liquida, ma con lo sguardo rivolto al futuro,” racconta Baldo Baldinini.

“Sando nasce da un desiderio profondo: riportare in luce un classico,  vestendolo di eleganza moderna. È una dedica silenziosa alla memoria del  gusto.” aggiunge Francesco Cioria.

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