​La videoricetta: Veleno d’Amore di Davide Tantillo

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Si prepara shakerando qualche foglia di menta insieme a ghiaccio, gin, Chartreuse gialla, liquore Nepeta e un mix di succo fresco di limone e d’arancia.. ed è delizioso! Veleno d’Amore è un Gin Sour che sa di Sicilia: il drink richiama infatti al naso e al palato aromi e sapori dell’isola. “Sentori riconoscibili a tutti, espressi dal Nepeta, liquore locale che nasce dall’infusione a freddo di nepitella (mentuccia), scorze di limone IGP di Siracusa ed erbe amaricanti e dal succo di limone e d’arancia. Il “tocco francese” della Chartreuse gialla, infine, conferisce ulteriore carattere al cocktail”, spiega Davide Tantillo, bar manager del Mazzini 30 Taverna, che ha presentato la ricetta all’interno del menu speciale ideato per la Palermo Cocktail Week 2024, tenutasi dal 18 al 24 novembre.

LA RICETTA DI VELENO D’AMORE

Tecnica:
Shake and Double Strain

Bicchiere:
coppetta

Ingredienti
:
50 ml London Dry Gin
5 ml Chartreuse gialla
10 ml liquore Nepeta
10 ml succo di limone
10 ml succo di arancia
Un ciuffetto di menta

Garnish:
Rondella di arancia essiccata e foglia di menta

Segui questo reel per scoprire la preparazione

 

LA STORIA E IL FUTURO DI VELENO D’AMORE

La ricetta è un mio cavallo di battaglia, un drink che avevo già proposto in passato sempre con grande successo. Per questo ho deciso di inserirlo nella prossima drink list del Mazzini 30, che uscirà tra tre mesi e che sarà un racconto attraverso alcune leggende siciliane. Prima, però, l’ho voluto testare di nuovo durante la Palermo Cocktail Week, anche se con un ghiaccio e una garnish non ancora definitivi”, spiega Davide Tantillo. E poi aggiunge: “Visto il riscontro, entrerà di certo nel prossimo menù, in arrivo tra tre mesi”. La carta del Mazzini 30 cambia due volte l’anno e, come quella attuale, anche la prossima sarà composta da sei tra signature o twist on classic (10-12 euro nell’attuale menù) e da due analcolici (7-8 euro).

IL NOME

Il nome, Veleno d’amore, è già stato studiato per essere coerente con il filo conduttore del prossimo menù (le leggende locali): è un richiamo alla storia di Giovanna Bonanno, detta “la vecchia dell’aceto”: una palermitana vissuta nel XVIII secolo conosciuta come una delle prime serial killer siciliane. “Si narra che avesse realizzato un veleno a base di aceto per pidocchi, vino bianco e arsenico che vendeva a chi volesse sbarazzarsi del proprio coniuge. E sembra che fossero più le donne che gli uomini a ricorrere al suo intruglio”, spiega Davide Tantillo.

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