Una pellicola alimentare a base di semi di avocado rileva il deterioramento del cibo

0
255

Sfruttare il potere della natura per creare soluzioni sostenibili, efficaci, green e circolari, favorendo la protezione dell’ambiente e la transizione ecologica.

Da questi presupposti è partita la ricerca portata avanti da William Chen, direttore del programma di scienza e tecnologia alimentare della Nanyang Technological University di Singapore, che dopo aver inventato nel 2020 una pellicola alimentare biodegradabile realizzata in cellulosa ricavata dagli scarti generati dalle aziende produttrici di prodotti a base di soia, ha recentemente annunciato di aver sviluppato un involucro alimentare rivoluzionario che non solo manterrebbe il cibo fresco, ma combatterebbe anche attivamente i batteri avvisando del deterioramento. 

L’ingrediente segreto della pellicola miracolosa? Questa nuova soluzione di packaging e conservazione, attualmente in fase di sviluppo, è stata realizzata con un materiale infuso con composti antimicrobici e anti-deterioramento estratti da noccioli di avocado scartati, unitamente all’amido dei semi di durian e di jackfruit. Questi composti naturali avrebbero la capacità di uccidere i batteri nocivi, riducendo significativamente il rischio di malattie trasmesse dagli alimenti.

L’estratto di semi di avocado utilizzato nella pellicola alimentare contenendo catechina e acido clorogenico aiuterebbe a prevenire l’ossidazione e a bloccare la proliferazione di batteri come lo Staphyloccoccus Aureus in grado di rilasciare quelle tossine responsabili delle intossicazioni alimentari.

In più i semi di avocado avrebbero tra le componenti naturali anche un pigmento, chiamato perseorangina, sensibile alle variazioni del valore del PH che cambierebbe colore a seconda che quest’ultimo sia alcalino o acido. 

Questa proprietà è stata sfruttata dai ricercatori come indicatore dello stato di salute del cibo, dal momento che la pellicola cambierebbe colore passando dal giallo traslucido al marrone scuro in risposta della produzione di composti azotati da parte dei batteri durante la scomposizione degli amminoacidi presenti negli alimenti ricchi di proteine come carne e pesce, una sorta di alert per avvisare i consumatori del fatto che il cibo non è più sicuro da mangiare.

Durante gli esperimenti di laboratorio effettuati su gamberi crudi quando questi hanno iniziato a deteriorarsi la pellicola lo avrebbe evidenziato passando dal giallo al marrone, una variazione cromatica verificatasi ben due giorni prima che i gamberi stessi mostrassero cambiamenti di colore o odore.

Questa caratteristica innovativa potrebbe ridurre significativamente il numero di articoli scartati a causa dell’incertezza sulla loro freschezza avendo un profondo impatto sulla riduzione dello spreco alimentare.

Intanto i ricercatori sono al lavoro per perfezionare la nuova tecnologia con l’obiettivo di renderla al più presto disponibile per il mercato offrendo un modo più sicuro e sostenibile per conservare gli alimenti.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it

Photo Credit: Nanyang Technological University