Rinaldi 1957 presenta il gin Santa Ana Pomelo con vista low-drink

0
42

In una fase in cui il consumo di spirits in Italia ha frenato la sua crescita, il mercato risponde puntando su innovazione e trend del momento. Ha seguito questa direttiva Rinaldi 1957 avviando la distribuzione in Italia di una nuova referenza di gin filippino Santa Ana denominata Pomelo, il cui nome fa riferimento a una delle 16 botaniche agrumate e fresche che compongono la referenza, realizzata attraverso un processo di distillazione che avviene nella regione francese della Charente con tecniche ispirate alla profumeria al fine di valorizzare al meglio la flagranza di ognuna di esse.

Mercato spirits: il gin rimane sempre una garanzia

Una new entry di gin, quindi, per arricchire l’offerta di una categoria di mercato che non sembra conoscere battute di arresto. Come si legge nei dati firmati Circana, lo spirit in questione continua a mantenere intatto l’appeal. Lo scorso anno, dice la società di ricerca, ha proseguito il suo cammino di crescita iniziato una decina di stagioni fa, segnando nel totale canali (Off+On) un ulteriore rialzo del 6,4% a volume, mentre nel fuori casa, dove il distillato di ginepro genera due terzi delle vendite globali, l’incremento annuale è stato del 5,4%. Il tutto a fronte di un mercato distillati pressoché invariato rispetto al 2023 (+0,7%).
La novità di casa Rinaldi si presenta dunque con l’intenzione di catturare un pubblico di gin lover interessato a scoprire nuovi percorsi organolettici, strizzando al contempo l’occhio a coloro che prediligono un consumo di bevande low-alcol. La mixology è direttamente coinvolta da questo fenomeno di cui si parla già da qualche stagione e che, nel 2024, ha fornito numeri e indicazioni interessanti agli operatori del settore. Secondo la società di consulenza TradeLab, infatti, lo scorso anno ben 14 dei 20 cocktail più bevuti nei bar italiani sono long drink, generalmente caratterizzati quindi da ricette con ridotta gradazione alcolica.

I cocktail più leggeri sono opportunità e sfida per le aziende del settore

Un dato, quello del low-alcol, che non deve disorientare chi opera sul mercato degli alcolici, ma stimolare e ispirare strategie di marketing al passo con i tempi, come sostiene Valentina Ursic, Direttore Marketing di Rinaldi 1957, contattata dalla nostra testata: «Riteniamo che il periodo che sta caratterizzando l’andamento degli spirits sia indubbiamente orientato al cambiamento e segni un nuovo passo nell’evoluzione della mixology – afferma la manager della società di distribuzione bolognese –. Da studi di settore, è emerso che l’anno scorso il consumo di cocktail nell’Horeca si è mantenuto pressoché stabile (-1%) e ha evidenziato come il consumatore si stia indirizzando verso drink più light in termini alcolici. Non si deve vedere questo comportamento come un problema, tutt’altro: è un’opportunità entusiasmante da cogliere per le aziende che sapranno allinearsi prima e meglio di altre a questa volontà sempre più diffusa. Il futuro non sarà orientato alla rinuncia, ma si focalizzerà sul connubio tra edonismo consapevole e benessere soft, che abbiamo indicato con un nuovo concetto che in Rinaldi abbiamo battezzato come Well Spirit». 

Bere light è ancora meglio se il drink si abbina al cibo

Alla luce di queste parole, non è casuale che il lancio di Santa Ana Pomelo sia accompagnato da una serie di iniziative promosse in partnership con alcuni bartender italiani impegnati a proporre una miscelazione a basso contenuto alcolico. «I nostri brand ambassador continuano a fare serate e giornate di formazione sia nei bar che nelle enoteche, proponendo cocktail light in abbinamento a finger food sani per favorire, come accennato poc’anzi, quell’equilibrio tra edonismo e benessere soft. Questo perché il pairing tra cocktail e cibo è, a nostro parere, attore protagonista della sviluppo dei drink low-alcol», aggiunge Ursic in merito.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it e MixologyItalia.com