World Lambrusco Day 2024: il racconto della prima tappa italiana dell’evento

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Dal 21 al 23 giugno Matera ha ospitato la prima edizione italiana del World Lambrusco Day, un appuntamento ideato e lanciato lo scorso anno dal Consorzio di Tutela Lambrusco come evento dedicato alla “scoperta itinerante” del vino italiano più venduto al mondo. Vi raccontiamo com’è andata e soprattutto qual è il significato di questo importante momento di approfondimento, condivisione e confronto.

Cos’è il World Lambrusco Day

Il World Lambrusco Day è una sfida con la quale il Consorzio di Tutela intende scardinare luoghi comuni e fornire strumenti per accedere ad un mondo, quello del Lambrusco, o sarebbe meglio dire dei Lambruschi, ancora troppo poco conosciuto. Allontanarsi dalla propria terra è vista come opportunità per i produttori per colmare questo gap confrontandosi non solo con stampa ed operatori del settore ma anche con il pubblico di appassionati.

Nato inizialmente con una proiezione esclusivamente internazionale e cadenza triennale, con una prima tappa inaugurale a Parigi che ha visto nel 2023 le bollicine emiliane confrontarsi con quelle francesi direttamente sulla Tour Eiffel, calando giù gli assi grazie alla sapiente narrazione del Master of Wine Gabriele Gorelli, il Consorzio Lambrusco ha deciso di trasformare il World Lambrusco Day in un appuntamento annuale inserendo in calendario anche degli incontri organizzati in Italia il primo dei quali appunto è stato quello nella Città dei Sassi.

Perché un World Lambrusco Day

 “La scelta di portare i vini Lambrusco in tournée, anno dopo anno, nelle più belle città dell’Italia e del mondo non è casuale – ha spiegato il Direttore del Consorzio Lambrusco Giacomo SavoriniIl territorio resta un punto centrale nelle nostre strategie promozionali, ma riteniamo importante per un vino così diffuso come il Lambrusco uscire dai propri confini regionali e provinciali per andare ad incontrare il suo pubblico là dove questo pubblico vive, degusta e sceglie i vini da portare in tavola”.

Un giorno dedicato alla scoperta, agli approfondimenti ma anche alle contaminazioni e al confronto con i territori ospitanti. La scelta della data, il 21 giugno, solstizio d’estate, rimanda al giorno più solare dell’anno, coerente con la volontà di fare quanta più luce possibile su un mondo che è ancora in ombra ed ha tanto da far conoscere di sé.

Come è strutturato il World Lambrusco Day

Il programma del World Lambrusco Day alterna momenti di approfondimento ad attività di scoperta dei territori ospitanti calando anche le masterclass in atmosfere che inevitabilmente allargano la dimensione dell’esperienza. Il focus principale è però sempre sulla costruzione di una maggiore consapevolezza in materia di lambruschi.

Quest’anno la prima masterclass, ospitata dallo storico Palazzo Malvezzi e condotta ancora una volta da Gabriele Gorelli che ha accompagnato anche in Italia il Consorzio Lambrusco in questa attività divulgativa, dopo una panoramica sul territorio e la differenza tra le denominazioni, ha virato sui vari metodi di produzione che caratterizzano il Lambrusco Doc, dai rifermentati in bottiglia ai Metodo Charmat (o Martinotti) che effettuano la seconda fermentazione in autoclave.

La seconda sessione è stata dedicata agli stili che distinguono i territori, in particolare modenese e reggiano mentre diverso è stato il taglio del terzo appuntamento con il wine educator Filippo Bartolotta, un viaggio tra le sei denominazioni e tra le sfumature cromatiche del lambrusco.

World Lambrusco Day – Cosa ricordare su numeri, varietà e denominazioni 

Cosa ci si porta a casa dopo questi momenti di approfondimento?
Un po’ di numeri senz’altro, che aiutano a calarsi nella dimensione del lambrusco: 10mila ettari di vigneto dedicati a questa varietà, solo 70 cantine intese come produttori verticali (che hanno la propria vigna, vinificano e imbottigliano), 5.000 viticoltori a ricordare che queste terre rappresentano la culla delle cantine sociali, in particolare la provincia di Modena. 40mila bottiglie prodotte sotto le varie denominazione Lambrusco DOC contro le 100mila di Lambrusco Emilia Igt, oltre il 60% venduto all’estero con grande diffusione e penetrazione sui mercati internazionali.

A ciò si aggiunge la consapevolezza che l’universo dei lambruschi è veramente molto vasto ed eterogeneo, a partire dalle varietà che sono ben 12, una vera e propria famiglia di vitigni a bacca nera: autoctoni, sviluppati e diffusi da tempo immemore nella Regione Emilia-Romagna, il loro uso può essere più o meno esclusivo a seconda delle denominazioni di origine e delle scelte enologiche dei produttori. Si tratta di Sorbara, Grasparossa, Salamino, Foglia Frastagliata, Barghi, Maestri, Marani, Montericco, Oliva, Viadanese, Benetti e Pellegrino.

Le Denominazioni del Lambrusco invece sono sei e abbracciano varietà diverse e territori differenti: due le province, quelle di Modena (Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Modena DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Lambrusco di Sorbara DOC) e di Reggio Emilia (Colli di Scandiano e di Canossa DOC, Reggiano DOC), dalle zone di pianura a quella collinare, ciascuna con la propria tradizione enologica. Se nel modenese la tendenza predilige il focus su una singola varietà, nel reggiano è tradizionalmente utilizzato un blend/uvaggio di differenti vitigni.

E infine due parole d’ordine: versatilità e sfumature. Fresco e piacevole, grazie alle differenti varietà, ai territori e ai diversi metodi di produzione utilizzati, il Lambrusco è un vino dalle diverse anime, capace di manifestarsi in un ventaglio cromatico che non ci si aspetta, che include neanche a dirlo il bianco, assai distante dal riferimento rosso scuro ormai impresso nell’immaginario collettivo e assolutamente da scardinare, e in grado di esprimersi con grandi potenzialità nell’abbinamento gastronomico, aperto alla cucina nazionale ed internazionale. Dal frizzante – che rappresenta circa il 90% della produzione – fino agli Spumanti Metodo Martinotti o Metodo Classico, dal secco alle versioni amabili, si presta poi ad accompagnare il pasto dall’aperitivo al dessert.

World Lambrusco Day – le novità annunciate e i prossimi appuntamenti 

Non sono mancate le indiscrezioni sul prossimo futuro, in particolare la notizia resa nota dal direttore Giacomo Savorini delle due possibili modifiche al disciplinare delle sei Doc del Lambrusco che introdurrebbero la versione bianca per il Lambrusco di Sorbara DOC e la sottozona Montebarello, (una zona collinare molto specifica) per Grasparossa di Castelvetro Doc.  A ciò si aggiungerebbe l’introduzione delle fascette per l’Igt Emilia che, come abbiamo visto, rappresenta la produzione più consistente del Lambrusco, scelta assunta dal consorzio pochi mesi fa che potrebbe diventare presto operativa, abbracciando una logica più stringente sul piano dei controlli.

Le prime due proposte, presentate dal Consorzio di Tutela Lambrusco e approvate dalla regione circa due anni fa, sono invece al vaglio della commissione tecnica del Comitato Nazionale, e potrebbero entrare in vigore già dalla prossima vendemmia.

Per quanto riguarda i futuri appuntamenti il World Lambrusco Day 2025 sarà ancora tutto italiano anche se non è ancora stata resa nota la sede prescelta, mentre per l’edizione internazionale del 2026 il Consorzio partirà alla volta di New York.

Fonte: Horecanews.it