Control Carbon: da Conserve Italia ecco lo strumento per dare valore alla CO2 assorbita dalle piante

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Nel contesto di un’agricoltura sempre più orientata verso la sostenibilità e la generazione di nuove opportunità economiche, il progetto Control Carbon emerge come un’iniziativa innovativa. Promosso da Conserve Italia e co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 (PSR), il progetto ha recentemente concluso un ciclo di quasi due anni di ricerca e sperimentazioni, offrendo un’importante spinta verso l’agricoltura sostenibile.

Il progetto

Control Carbon è stato sviluppato in collaborazione con prestigiose istituzioni, tra cui l’Università di Genova, l’Università degli Studi di Milano, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Tetis Institute Srl. Il progetto fornisce una strumentazione avanzata che permette alle aziende agricole di calcolare l’assorbimento di CO2 da parte di colture come mais dolce, pomodoro da industria e pere. Questo processo genera crediti di carbonio che possono essere scambiati nel mercato volontario dei crediti di carbonio, valorizzando così gli sforzi degli agricoltori verso pratiche agricole più sostenibili.

“L’iniziativa pilota che abbiamo portato avanti in questi mesi ha riguardato alcune coltivazioni tipiche del territorio emiliano-romagnolo, in particolare il mais dolce, coltura strategica per le sue capacità di assorbimento di CO2, ma anche il pomodoro da industria e gli alberi da frutto – spiega Pietro Crudele dell’Ufficio Ambiente e Certificazioni di Conserve Italia, nonché referente del progetto -. L’ottimizzazione degli input di natura antropica, unita all’adozione di buone pratiche nella gestione degli impianti, può permettere di neutralizzare il bilancio delle emissioni di gas serra, rendendo queste colture sostenibili dal punto di vista dell’impatto ambientale. In quest’ottica, il sequestro di carbonio nel suolo gioca un ruolo molto importante ed è da qui che prende le mosse Control Carbon, un progetto che vuole trasformare l’anidride carbonica in un prodotto vero e proprio, che genera reddito al pari di frutta e verdura”.



“Con questo progetto gli agricoltori, che rappresentano la base sociale delle cooperative a noi associate, possono finalmente diventare protagonisti attivi della sostenibilità continuando a svolgere il loro lavoro, ossia la coltivazione della terra con pratiche agronomiche virtuose e sempre più attente alla riduzione dell’impatto ambientale
– afferma Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia -. Ora, grazie a un tool che quantifica la capacità di stoccaggio delle varie produzioni e la relativa quantità di crediti spendibili in un mercato quotato, siamo nelle condizioni di proporre una nuova opportunità per ottenere nuove fonti di reddito facendo al tempo stesso il bene del Pianeta”.

Pratiche di Carbon Farming

Le pratiche di Carbon Farming non solo arricchiscono il terreno di carbonio, ma migliorano anche la fertilità e la biodiversità del suolo. Alcuni esempi di queste pratiche includono:

  • Colture di copertura (cover crops)
  • Passaggio da lavorazioni del terreno convenzionali a lavorazioni conservative
  • Aumento delle rotazioni colturali
  • Uso di compost o letame solido
  • Agro-silvicoltura

Il “sequestro di carbonio” è efficace solo se associato a pratiche di agricoltura rigenerativa e l’accumulo annuale di carbonio nel terreno può variare a seconda di fattori come il clima e la gestione dei suoli.

Metodologia e Certificazione

Il progetto ha sviluppato una metodologia di monitoraggio e verifica dell’assorbimento di carbonio delle colture. Questo è reso possibile grazie a uno strumento che permette di generare crediti di carbonio, i quali rappresentano una tonnellata di CO2 non emessa o rimossa dall’atmosfera e sono scambiabili nel mercato volontario del carbonio. Per ottenere questi crediti, le rimozioni nette di CO2 devono essere certificate secondo uno specifico protocollo.

La Prof.ssa Adriana Del Borghi, pro-rettrice alla Sostenibilità dell’Università di Genova e CEO di Tetis Institute Srl, sottolinea l’importanza del progetto: “Il nostro intento è valorizzare gli investimenti che gli agricoltori stanno facendo a favore di un’agricoltura sempre più sostenibile. Vogliamo mettere la scienza al loro servizio per sottolineare il ruolo fondamentale che rivestono in qualità di assorbitori di anidride carbonica. Progetti come questo sono importantissimi, perché consentono di ottenere le informazioni e i dati per giocare d’anticipo rispetto alle regole del mercato che saranno fissate dall’Europa nei prossimi 2 o 3 anni”.

Contributo dell’Università degli Studi di Milano

L’Università degli Studi di Milano, sotto la guida della dott.ssa Livia Paleari, ha utilizzato i dati raccolti tramite la torre di Eddy Covariance del CNR di Bologna per mettere a punto dei modelli di simulazione che permettono di analizzare gli ipotetici scenari. Le sperimentazioni, condotte presso il pereto della CAB Massari, un’azienda socia di cooperative aderenti a Conserve Italia, hanno incluso l’installazione di sensori, stazioni meteo e altri dispositivi per analizzare il carbonio sequestrato. La dott.ssa Paleari spiega: “Tramite questo strumento abbiamo valutato come e quanto le pratiche gestionali incidono sulla capacità delle colture di sequestrare il carbonio, così da poter selezionare la migliore soluzione possibile in termini di assorbimento: capire quali sono le migliori pratiche ci consente di salvaguardare e migliorare la produttività, aumentando al tempo stesso la capacità del terreno di sequestrare carbonio”.

Conserve Italia è un Gruppo cooperativo con sede a San Lazzaro di Savena (BO). Leader in Italia nella trasformazione alimentare, associa oltre 14.000 produttori agricoli italiani riuniti in 39 cooperative e lavora circa 600.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali in 12 stabilimenti produttivi (9 in Italia, 2 in Francia, 1 in Spagna). Il fatturato consolidato dell’esercizio 2022-23 è di 1,14 miliardi di euro. Conserve Italia dà lavoro in Italia e all’estero a circa 3.000 persone tra addetti fissi e stagionali, e detiene marchi storici del Made in Italy come Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.

Fonte: Horecanews.it