Birra protagonista del trend no-low alcol

Le indagini di IWSR e Doxa confermano il ruolo da protagonista della birra nel mercato emergente del no-low alcol.

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Il mercato delle bevande vede ormai da anni crescere progressivamente la quota di prodotti a basso contenuto alcolico, dato che si ricollega alla sempre maggior diffusione di stili di vita improntati al benessere e alla consapevolezza nei consumi.

La tendenza è destinata a consolidarsi secondo gli ultimi dati diffusi da IWSR (International Wine & Spirits Research) con la domanda di bevande no alcol proiettate verso una crescita del 7% entro il 2028 nei dieci mercati principali di riferimento (Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Sud Africa, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti), e i RTD a fare da ariete con una previsione di un +10% tra il 2024 e il 2028.

A spingere in questa direzione sarebbero soprattutto i più giovani, con il 75% dei consumatori della Generazione Z che secondo la ricerca avrebbe ridotto il consumo di alcol, seguiti da Millennial (70%) e Generazione X (60%). Più resistenti al cambiamento i Boomer per i quali il dato si ridimensionerebbe in modo significativo attestandosi intorno al 50%.

Non solo questioni salutistiche ma anche economiche sarebbero alla base di questo approccio che vede nella qualità e nella moderazione senza rinunciare a gusto, complessità e un’esperienza di bevuta completa i driver di scelta più attuali, condizione che sta spingendo le aziende a lavorare per migliorare e rendere sempre più varia la propria offerta.

Tra i prodotti che a livello globale si stanno affermando nella rinnovata versione no-low la birra è sicuramente tra i protagonisti. In Brasile è la referenza no-alcool per eccellenza con una crescita prevista del 10% entro il 2028, mentre gli Stati Uniti si confermano realtà più complessa con ampia varietà di alternative tra cui kombucha, tè frizzanti, e bevande a base di aceto come gli switchel.

Con riferimento al mercato italiano un’indagine di Assobirra evidenzia come il fenomeno del no-low sia noto all’80% dei consumatori, con il 67% che sceglierebbe versioni a basso contenuto alcolico per le sue bevute.

Svariati i motivi del successo, dall’aspetto salutistico ricondotto alla minore assunzione di alcol (27%) a quello dietetico per le minori calorie (24%) per arrivare al gusto che non si discosta dalle versioni tradizionali (27%). Ma l’elemento più gradito, oggi sicuramente anche tenuto conto dell’inasprimento delle sanzioni previste dal codice della strada per la guida in stato di ebrezza, la possibilità di poter bere senza subire gli effetti dell’alcol (28%).

Merito di questo posizionamento anche il grande lavoro portato avanti dall’industria birraia che tenuto conto della complessità e variabilità dello scenario e delle tendenze nei consumi, sta investendo in soluzioni innovative che consentano di dar vita a prodotti in linea con le esigenze emergenti e il cambiamento culturale in atto ma in grado di preservare identità e qualità.

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