Nel banco frigorifero formaggio comune messo in vendita con l’indicazione “Grana Padano DOP”. Si tratta di un nuovo episodio di usurpazione della denominazione d’origine protetta punito dalla legge e scoperto l’11 marzo dal servizio di vigilanza del Consorzio Tutela Grana Padano nel punto vendita di una nota catena di distribuzione italiana, diffusa con 150 unità locali prevalentemente nel Nord Est del paese.
L’utilizzo della denominazione di origine protetta presentando al consumatore un prodotto diverso è infatti sanzionato dall’art. 2, comma 2 del D. Lgs. 297/2004 con una pena pecuniaria da 2.000 a 13.000 euro, che i vigilatori del Consorzio Grana Padano hanno applicato, dopo aver bloccato la condotta illecita e disposto la rimozione dal banco frigorifero delle 28 porzioni esposte da 500 grammi ciascuna del prodotto estraneo alla DOP.
“L’attività ispettiva ha interrotto immediatamente la condotta illecita e chiamato a risponderne i responsabili , contribuendo ancora una volta alla protezione ed alla salvaguardia della denominazione d’origine protetta Grana Padano – commenta Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio di Tutela – Ma voglio sottolineare come l’intervento abbia contribuito alla tutela del consumatore, che mai deve essere posto nella condizione di potersi confondere o essere orientato a scegliere un prodotto che in presenza di una corretta informazione non acquisterebbe”.