La Commissione europea ha lanciato una nuova strategia commerciale ambiziosa, proponendo al Consiglio due accordi che potrebbero trasformare radicalmente i rapporti economici dell’Unione: l’intesa con il blocco del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) e il rinnovamento del partenariato con il Messico. Il fulcro di questa iniziativa è liberare l’economia europea dalla sua eccessiva concentrazione commerciale, allargando il ventaglio di alleanze economiche in una fase di crescente instabilità internazionale.
Il Mercosur: verso il più grande mercato libero del pianeta
L’intesa con i quattro stati sudamericani rappresenta un progetto di portata straordinaria. Si profila la creazione della più vasta area di libero commercio mondiale, che abbraccerebbe più di 700 milioni di consumatori. Per il continente europeo, questa opportunità significa penetrare in un territorio dove oggi numerosi prodotti del Vecchio Continente affrontano barriere doganali proibitive.
Le proiezioni sono impressionanti: il volume delle vendite europee in queste nazioni potrebbe crescere del 39%, generando un surplus annuale di 49 miliardi di euro. Tale espansione garantirebbe la stabilità di oltre 440.000 impieghi nel territorio dell’Unione. Comparti strategici come quello automobilistico (attualmente gravato da tariffe del 35%), il settore meccanico e l’industria del farmaco trarranno vantaggio dalla rimozione degli ostacoli commerciali.
Opportunità e protezioni per l’agricoltura europea
Il settore agroalimentare europeo è tra i principali beneficiari di entrambi gli accordi. Le esportazioni di prodotti alimentari verso il Mercosur potrebbero crescere del 50%, grazie alla riduzione dei dazi su vino (35%), cioccolato (20%) e olio d’oliva (10%).
Tuttavia, la Commissione ha previsto meccanismi di protezione per gli agricoltori europei, preoccupati dalla concorrenza sudamericana. Le importazioni dal Mercosur saranno limitate a quote molto ridotte: solo l’1,5% della produzione europea per la carne bovina e l’1,3% per il pollame. Inoltre, 344 prodotti europei con denominazione di origine protetta saranno tutelati dalla contraffazione.
Per rassicurare ulteriormente il settore, la Politica Agricola Comune post-2027 avrà un budget di almeno 300 miliardi di euro, mentre una nuova rete di sicurezza da 6,3 miliardi di euro proteggerà gli agricoltori dalle crisi di mercato.
Il Messico: un partner consolidato da rinnovare
L’accordo con il Messico aggiorna una partnership commerciale che dura dal 2000. Il paese nordamericano è il secondo partner commerciale dell’UE in America Latina, con scambi annuali che superano i 70 miliardi di euro e sostengono oltre 630.000 posti di lavoro europei.
Il nuovo accordo eliminerà le ultime barriere tariffarie, alcune delle quali raggiungono il 100% su prodotti come formaggio, carne suina, pasta e vino europei. Il Messico, essendo un importatore netto di alimenti, rappresenta un mercato naturale per i prodotti agroalimentari europei. L’intesa proteggerà anche 568 specialità alimentari europee dalla contraffazione.
Accesso strategico alle materie prime critiche
Oltre ai vantaggi commerciali tradizionali, gli accordi garantiscono all’Europa accesso sicuro a materiali essenziali per le industrie del futuro. Il Messico è un importante fornitore di fluorite, bismuto e antimonio, minerali utilizzati in settori che vanno dalla farmaceutica all’elettronica, dalla siderurgia alle energie rinnovabili.
Questa diversificazione degli approvvigionamenti risponde alle lezioni apprese dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche recenti, che hanno evidenziato i rischi della dipendenza da singoli fornitori.
Una strategia contro l’isolamento commerciale
In un contesto internazionale sempre più frammentato, l’Unione Europea punta a costruire alleanze commerciali solide con paesi che condividono principi democratici simili. Gli accordi rappresentano una risposta strategica all’instabilità geopolitica mondiale, offrendo alternative sicure per l’approvvigionamento di materie prime e nuovi sbocchi per i prodotti europei.
Secondo la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, questa mossa consoliderà la posizione dell’UE come principale blocco commerciale mondiale, creando vantaggi immediati per le imprese attraverso la riduzione dei costi e l’apertura di nuovi mercati.
Valori condivisi oltre il commercio
Entrambi gli accordi non si limitano agli aspetti economici. Rafforzano l’impegno comune su diritti umani, multilateralismo e sostenibilità ambientale. Includono cooperazione su temi come la lotta alla criminalità organizzata, la gestione dei flussi migratori e l’uguaglianza di genere.
La Commissione ha inoltre previsto controlli più stringenti sulle importazioni e valuterà l’allineamento delle norme produttive, soprattutto per pesticidi e benessere animale, dimostrando che l’apertura commerciale non comporterà compromessi sugli standard europei.
Italia del Gusto: “occasione da cogliere”
Il Consorzio Italia del Gusto accoglie con favore l’approvazione da parte della Commissione europea dell’accordo commerciale UE–Mercosur, che introduce per la prima volta meccanismi di salvaguardia a tutela delle produzioni europee.
Secondo il Consorzio, l’apertura ai mercati latinoamericani rappresenta un’opportunità concreta per rafforzare la presenza internazionale delle imprese italiane, dalle realtà industriali consolidate alle PMI più innovative. Tuttavia, la condizione imprescindibile è che le clausole di tutela non rimangano sulla carta, ma vengano applicate in modo tempestivo ed efficace.
“Italia del Gusto – si legge nella nota – considera fondamentale un monitoraggio costante degli effetti dell’accordo e l’attivazione rapida di misure correttive in caso di distorsioni di mercato. Solo con regole certe e controlli trasparenti sarà possibile generare benefici reali senza compromettere l’equilibrio e la competitività delle nostre filiere”.
Il Consorzio sottolinea inoltre che il valore del Made in Italy si fonda non solo su qualità e sicurezza, ma anche su un modello culturale e sociale riconosciuto a livello globale: “L’accordo dovrà dimostrare di poter conciliare apertura commerciale e salvaguardia delle eccellenze nazionali, valorizzando un sistema produttivo che unisce tradizione e innovazione“.
Federvini: “Aprire i mercati sì, ma con protezioni efficaci”
Con il via libera della Commissione europea all’accordo commerciale UE–Mercosur, che introduce anche clausole di tutela richieste dall’Italia, si apre una nuova fase di confronto sulle opportunità e i rischi per l’agroalimentare europeo. “Accogliamo con favore i passi avanti fatti a Bruxelles – commenta Giacomo Ponti, presidente di Federvini – ma è indispensabile che le misure di tutela siano concrete, rapide e realmente applicabili. Solo così si potrà garantire un equilibrio tra apertura dei mercati e protezione del nostro sistema produttivo. Il made in Italy non può essere messo in competizione con prodotti che non rispettano gli stessi standard qualitativi, ambientali e sociali. Ogni decisione sulla ratifica dell’accordo dovrà partire dalla difesa delle nostre eccellenze”. Federvini conclude ricordando che il settore vitivinicolo e agroalimentare rappresenta un pilastro dell’economia nazionale e dell’export: “Il valore delle nostre filiere non sta solo nei numeri, ma nella loro capacità di generare identità, lavoro e qualità riconosciute a livello mondiale. È questo patrimonio che l’Europa deve saper proteggere mentre apre nuovi mercati”.
Confcooperative-Fedagripesca: “Agricoltura penalizzata”
“Dall’intesa con il Mercosur l’agroalimentare risulta ancora una volta, come nell’intesa sui dazi con Trump, il settore più penalizzato, sacrificato come merce di scambio al fine di ottenere vantaggi per altri comparti, dalle automobili ai prodotti chimici e farmaceutici. Non possiamo inoltre sottacere i rischi importanti che andranno ad incombere sulle nostre filiere dall’apertura all’importazione di prodotti da Paesi i cui standard produttivi sono notevolmente inferiori a quelli adottati dalle aziende europee“.
Questo il commento del presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei sull’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Mercosur presentato oggi dalla Commissione. “Nonostante siamo in presenza di uno dei più ambiziosi patti commerciali mai negoziati e sebbene si vadano ad aprire nuove opportunità – tutte da verificare – per le esportazioni di vini, formaggi e prodotti a Indicazione Geografica, l’accordo di libero scambio non è a nostro avviso esente da criticità“, spiega Drei. I benefici per alcuni settori sembrano infatti essere ottenuti sacrificandone altri: l’accordo prevede ad esempio un’eccessiva apertura del mercato comunitario a mangimi, carni avicole, cereali, zucchero e riso, “senza alcuna garanzia che tali produzioni rispettino gli stessi standard di quelli europei“.
Le preoccupazioni maggiori si concentrano su alcuni comparti chiave, a partire da quello zootecnico. Nel settore bovino, i produttori del Mercosur possono contare su vantaggi competitivi schiaccianti, derivanti da un costo del lavoro inferiore e da sistemi di allevamento e alimentazione meno regolamentati e costosi. Questo si traduce in prodotti che possono arrivare sul mercato UE con un prezzo fino al 50% più basso, creando una concorrenza insostenibile per gli allevatori europei. Non meno critica è la situazione per il settore avicolo, un mercato già delicato e caratterizzato da una forte concorrenza interna e internazionale, che rischia di essere ulteriormente destabilizzato dall’introduzione di nuove e ingenti quote di importazione a basso costo. A subire un duro colpo sarà anche il comparto dello zucchero: l’accordo prevede infatti l’ingresso a dazio zero di 190.000 tonnellate, pari a circa il 10% del totale importato nell’UE. Questa merce, immessa a prezzi ultra-competitivi, eserciterà una inevitabile pressione al ribasso sui prezzi interni, danneggiando i bieticoltori europei.
Tutto ciò crea, prosegue Drei “un paradosso competitivo insostenibile se si considera che gli agricoltori e gli allevatori europei siano invece tenuti a rispettare le normative più rigorose al mondo in termini di sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e benessere animale”. È questo uno degli aspetti più criticabili dell’intesa secondo Drei: “la palese contraddizione con le politiche interne della Commissione che da una parte è impegnata da tempo a promuovere il Green Deal e le strategie per un modello agricolo più verde, sano e sostenibile e dall’altra favorisce politiche commerciali che incentivano e facilitano l’importazione di prodotti che molto spesso non sono conformi a questi stessi principi: è come se di fatto andasse a premiare, per il principio dei vasi comunicanti, gli stessi modelli produttivi che l’Europa ripudia e condanna“.
Di fronte a queste criticità, “la proposta di istituire un fondo di compensazione per i settori agricoli più colpiti appare come una misura insufficiente, volta forse solo ad ottenere il consenso degli agricoltori“, conclude Drei.
Copagri: attenzione a reciprocità e sostenibilità
“Quello tra l’Unione Europea e il Mercosur è un accordo in chiaroscuro che, pur presentando diversi elementi di positività, rischia di ingenerare più di qualche criticità, in particolare nel comparto agroalimentare, motivo per il quale è fondamentale valutare attentamente l’attuazione delle clausole di salvaguardia e garantire il pieno rispetto del principio di reciprocità e della sostenibilità delle produzioni, con monitoraggi ben più stringenti e cadenzati di quelli a periodicità semestrale annunciati dall’Esecutivo comunitario”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista in seguito all’adozione da parte del Collegio dei commissari dell’UE dell’accordo di partenariato con il Mercosur.
“Tra i settori maggiormente a rischio di concorrenza sleale, nonostante le rassicurazioni di Bruxelles sui meccanismi di monitoraggio e di intervento rapido in caso di perturbazioni nei prezzi, figurano numerose produzioni di punta del Paese, quali le carni, il riso, il mais, lo zucchero e il miele”, prosegue il presidente, ad avviso del quale “allo stesso tempo, non si possono sottacere le ripercussioni favorevoli di un’intesa con la quale si va a raggiungere un bacino di oltre 270 milioni di possibili consumatori, andando verso una progressiva rimozione o riduzione dei dazi su prodotti quali il vino e i lattiero-caseari”.
“Oltre a garantire la diversificazione dei mercati, particolarmente attesa in seguito ai dazi recentemente imposti dall’amministrazione USA, l’accordo porta in dote il riconoscimento di quasi sessanta indicazioni geografiche italiane, che si traduce in una maggiore e più efficace tutela dal rischio di contraffazione”, aggiunge Battista, ricordando che il Mercosur è il settimo maggior partener commerciale dell’Italia fuori dall’UE, con esportazioni che sfiorano gli 8 miliardi di euro in valore e che ammontano a circa 3,3 miliardi per quanto riguarda l’export agroalimentare dell’intera Unione Europea.
“In attesa del prosieguo dell’iter comunitario, l’Italia sarà ora chiamata a valutare concretamente la possibilità di ratificare tale accordo”, osserva il presidente, secondo cui “fanno ben sperare le caute dichiarazioni del governo in merito alla volontà di valutare, in accordo con le parti sociali, l’efficacia delle garanzie aggiuntive previste e la conseguente possibilità di sostenere o meno l’approvazione finale”.
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