Commodity agrifood: uva passa in rialzo, farina di soia ai minimi storici

Ogni settimana Areté invia gli highlights più significativi sugli andamenti dei mercati delle principali commodity agrifood: uva passa e farina di soia.

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L’analisi settimanale di Areté sui mercati delle principali commodity agrifood rivela scenari contrastanti per operatori del settore alimentare e beverage. Ogni venerdì la società di consulenza pubblica gli highlight più significativi della settimana sugli andamenti dei mercati, fornendo dati aggiornati dalle fonti più autorevoli per supportare le decisioni strategiche delle aziende del comparto.

L’uva passa turca spinge i prezzi verso l’alto

Il mercato dell’uva passa mostra una dinamica rialzista consolidata, con la sultanina turca n.9 che ha registrato un incremento del 12% da inizio aprile, raggiungendo quota 2.900 sterline per tonnellata EXW UK. Le previsioni per la campagna 2025/26 in Turchia indicano una riduzione produttiva del 3%, con un raccolto stimato a 220.000 tonnellate, significativamente inferiore alla media delle cinque stagioni precedenti al 2023/24, pari a circa 300.000 tonnellate. I fattori climatici avversi stanno condizionando pesantemente la produzione: le gelate tardive di aprile seguite dalle recenti ondate di caldo nella principale regione produttrice hanno accelerato i tempi di raccolta e compromesso le rese.

Su scala internazionale, l’International Nut and Dried Fruit Council ha rivisto al ribasso le stime globali, prevedendo una contrazione del 5% per la campagna 2025/26 rispetto alla precedente. La produzione si attesterà sul secondo livello più basso registrato dalla stagione 2018/19. Nonostante la domanda ridimensionata nella campagna 2024/25, con le esportazioni turche che hanno toccato i minimi pluriennali, l’incertezza sull’offerta continua a mantenere alta la tensione sui prezzi, considerando anche l’assenza di significativi aumenti produttivi nelle principali origini alternative.

Farina di soia: crollo prolungato verso i minimi pluriennali

Il comparto della farina di soia attraversa una fase di marcata debolezza iniziata a inizio 2025, con un’accelerazione del trend ribassista particolarmente evidente da giugno. Le quotazioni stanno registrando cali simultanei sui mercati statunitensi, europei e italiani. Secondo l’analisi di Areté, la pressione sui prezzi deriva da un contesto di disponibilità globale elevata di semi di soia per la campagna 2024/25, con prospettive di offerta abbondante anche per il 2025/26.

Il fattore determinante del ribasso è rappresentato dalla forte domanda di olio di soia, che negli ultimi mesi si è posizionato come l’olio vegetale con la migliore disponibilità sul mercato. Questa dinamica ha attirato una quota significativa della domanda che tradizionalmente si orientava verso l’olio di palma, il quale ha mantenuto prezzi premium rispetto all’olio di soia per gran parte dell’autunno e inverno precedenti. L’intensificazione dell’attività di frantumazione per soddisfare la richiesta di olio ha generato inevitabilmente un surplus di farina sul mercato.

A luglio, i prezzi della farina di soia hanno toccato i livelli minimi dal 2016 sia sul Chicago Mercantile Exchange che a Rotterdam. Il mercato italiano ha registrato performance ancora più negative, con quotazioni scese ai livelli più bassi dal 2011, complice anche il rafforzamento dell’euro sul dollaro che ha amplificato l’effetto ribassista per gli operatori domestici.

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