Le pillole di Areté sui mercati: Pomodoro, Mais e Caffè

Il pomodoro risale, il mais resta alto in Italia per i ritardi ucraini, il caffè crolla dopo la cancellazione dei dazi USA sul Brasile. L'analisi di Aretè.

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Tre mercati, tre dinamiche completamente diverse. Il comparto del pomodoro trasformato segna una decisa inversione di tendenza con quotazioni in risalita fino al 4% per passata e polpa cubettata, sostenute da costi di produzione più alti e rese inferiori alle attese che compensano l’aumento dell’8% della produzione nazionale.

Scenario opposto per il mais, dove raccolti record tra Stati Uniti e Sud America portano i prezzi finanziari ai minimi dal 2019. L’Italia però fa eccezione: le quotazioni nazionali restano elevate con uno spread senza precedenti rispetto a Euronext, +80% sulla media quinquennale. La causa? I ritardi drammatici nella raccolta ucraina dovuti alle piogge e soprattutto agli attacchi russi alle infrastrutture energetiche, che hanno fatto crollare del 53% le esportazioni cumulate rispetto all’anno precedente.

Sul mercato del caffè arriva invece una svolta: Washington cancella completamente i dazi sulle importazioni brasiliane di arabica, provocando un immediato ribasso del 6% sui listini ICE.

Pomodoro

Dopo il calo osservato al termine della campagna di trasformazione, le quotazioni dei derivati del pomodoro rilevate dalla Camera di Commercio di Parma hanno registrato una risalita: +4% per passata e polpa cubettata, +3% per la polpa triturata e +2% per doppio e triplo concentrato.
Secondo le analisi Areté, nonostante una produzione italiana in aumento dell’+8% rispetto al 2024, il costo della materia prima più elevato del previsto e rese ridotte hanno frenato i ribassi, mantenendo i prezzi italiani su livelli notevolmente superiori rispetto alle principali referenze internazionali.

Mais

Grazie ad una produzione record negli Stati Uniti e all’aspettativa di raccolti particolarmente abbondanti in Sud America, i prezzi finanziari del mais nei primi mesi della campagna 2025/26 si sono mantenuti in media ai minimi dal 2019/20 sia sul mercato statunitense che su quello europeo. Le quotazioni italiane si mantengono invece su livelli più sostenuti, portando ad un livello di spread record con Euronext: le analisi di Areté mostrano come il premio tra il c.tto 103 quotato a Bologna e la prima scadenza di Euronext sia stato in media 48 €/t nel 2025/26, +80% rispetto alla media delle ultime 5 campagne. Il principale fattore che sta sostenendo i prezzi italiani è il ritardo nella raccolta in Ucraina: a causa delle piogge, al 20 novembre erano state raccolte solo il 71% delle aree rispetto al 94% di un anno fa. I ritardi sono ancora più consistenti per le esportazioni cumulate, che ad ottobre erano in calo del 53% rispetto allo scorso anno, nonostante la previsione di USDA di un aumento del 22% per tutta la campagna. Questo perché gli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine causano difficoltà nell’essiccazione del mais e nelle operazioni di carico e trasporto. Il ritardo nell’arrivo del prodotto ucraino sul mercato sta limitando le importazioni europee, fornendo sostegno alle quotazioni dei Paesi importatori come l’Italia.

Caffè 

Areté segnala che il governo USA, il 20 novembre, ha annullato completamente i dazi sulle importazioni di alcune materie prime agricole dal brasile, tra cui il caffè. La decisione segue l’ordine esecutivo che, già la scorsa settimana, aveva esentato dai dazi reciproci del 10% -introdotti ad aprile- le importazioni USA di materie prime come carne bovina, caffè, cacao e frutta. Tuttavia, le importazioni brasiliane risultavano ancora impattate dal dazio aggiuntivo al 40% introdotto lo scorso luglio in una fase di tensione politica tra i due paesi. Con l’ultimo ordine esecutivo il dazio viene quindi completamente annullato. La misura riguarderà le importazioni brasiliane negli Stati Uniti a partire dal 13 novembre e “potrebbe” comportare il rimborso dei dazi già pagati su questi beni, quando erano ancora in vigore. Il Brasile è la prima origine del caffè importato dagli USA con circa il 40% del totale. Le esportazioni brasiliane di caffè verso gli USA, tra agosto e ottobre 2025, hanno registrato un calo del 52% rispetto allo stesso periodo del 2024 comportando una riduzione delle scorte di borsa e tensioni su origini alternative.
Il 21 novembre i prezzi del caffè arabica quotati su The ICE, hanno aperto la seduta con un -6%.