AZIENDE – Il 2024 si chiude per Campari Group con un bilancio tendenzialmente positivo, ma con qualche ombra. In un contesto globale caratterizzato da instabilità macroeconomica e geopolitica, il gruppo ha dovuto fronteggiare sfide importanti, tra cui consumi altalenanti, problemi di distribuzione e condizioni meteorologiche sfavorevoli, specialmente in Europa. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, Campari ha registrato una crescita organica delle vendite del +2,4%, sovraperformando rispetto ai principali competitor del settore.
Numeri in crescita, ma con cautela
Nel 2024, le vendite del gruppo hanno raggiunto i €3.070 milioni, con un incremento del +2,4% a livello organico e del +5,2% complessivo. L’effetto perimetro, trainato da Courvoisier e dai marchi in distribuzione, ha contribuito per un +2,7%, mentre l’effetto cambio è stato sostanzialmente neutro (+0,1%).
Per quanto riguarda la redditività, l’EBIT-rettificato si è attestato a €605 milioni, in calo del -2,5% organico e del -2,2% complessivo, con un margine del 16,7%. L’EBITDA-rettificato ha mostrato una leggera crescita (+0,1% organico e +0,5% complessivo), raggiungendo €733 milioni con un margine del 23,6%.
Profitti in calo, ma strategia di lungo periodo confermata
L’utile rettificato del gruppo si è fermato a €376 milioni, segnando un calo del -3,7%, mentre l’utile netto si è ridotto a €202 milioni, con una flessione più marcata del -36,0%. Un dato che riflette il peso degli investimenti strategici e dell’incremento dell’indebitamento finanziario netto, salito a €2.377 milioni (+€523 milioni rispetto all’anno precedente), dovuto principalmente ad acquisizioni e investimenti straordinari.
Nonostante questa situazione, il dividendo annuale proposto resta invariato a €0,065 per azione, confermando la fiducia del gruppo nel proprio modello di crescita.
Uno sguardo al futuro: il 2025 come anno di transizione
Guardando al 2025, Campari si prepara a un anno di transizione, con una crescita delle vendite organiche attesa su livelli moderati. La prima metà dell’anno potrebbe registrare una lieve contrazione dovuta alla calendarizzazione della Pasqua e alla situazione incerta nei mercati europei, seguita da un recupero progressivo nella seconda parte dell’anno.
L’EBIT-rettificato organico è previsto stabile, mentre il margine lordo dipenderà dall’evoluzione del mix di vendita. Parallelamente, il gruppo continuerà a investire in pubblicità e promozione, riportando la spesa ai livelli storici del 17-17,5% delle vendite. Un piano di contenimento dei costi, previsto per la seconda parte del 2025, porterà benefici stimati in circa 50 punti base sulle vendite nette.
Le incognite sui dazi e il mercato americano
Un fattore critico per il 2025 sarà l’eventuale introduzione di dazi del 25% sulle importazioni negli Stati Uniti da Messico, Canada ed Europa, che potrebbe pesare per €60-100 milioni su base annua, con un impatto stimato di circa €35 milioni già a partire da marzo 2025. Il gruppo sta valutando strategie di mitigazione per affrontare questa potenziale sfida.
Risultati dell’area EMEA Europa, Medio Oriente e Africa
In EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa: 48% delle vendite del Gruppo) le vendite nette sono cresciute del +3% nel 2024 con il Gruppo Campari che ha registrato una sovraperformance nei dati di sell-out1 in Europa. L’Italia ha registrato un calo del -4% con una performance che si è stabilizzata nel quarto trimestre a seguito di un periodo difficile influenzato da condizioni metereologiche, dispute commerciali e riduzione delle scorte da parte dei grossisti. La Germania è cresciuta del +5% guidata da Aperol, Sarti Rosa e Ouzo 12. La Francia ha registrato una performance stabile in un contesto settoriale debole nonostante il portafoglio di aperitivi resiliente e il Regno Unito è stato influenzato dalla limitata disponibilità dei prodotti rum a causa dell’uragano in Giamaica. Gli altri mercati della regione hanno registrato una crescita a doppia cifra del +12% con un contributo positivo dalla maggior parte dei mercati e in particolare GTR e una forte accelerazione in Grecia con la crescita di Aperol e Campari, che beneficiano degli investimenti recenti nella route-to-market, nonchè in Spagna e nei Paesi Bassi.
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