Matteo Calcagno ha vinto la seconda edizione della Gin PiùCinque Competition. Ventinove anni, bartender al Cogo Drink Food & Burger di Cogoleto (GE), si è imposto sugli altri quattro finalisti con il cocktail Essenza Genovese (la ricetta è in fondo alla pagina), nella finale andata in scena giovedì 19 giugno allo Scalo Tecnico di Senigallia (AN), al termine di una due giorni interamente dedicata al mondo di Gin PiùCinque.
Il giorno prima, i finalisti si erano ritrovati a Mondavio (PU). Una tappa pensata non solo per la preparazione tecnica e l’incontro con i rispettivi tutor, ma anche come momento di confronto, scambio e condivisione. In programma anche una masterclass a cura di Giulia Caffiero, Assistant Restaurant Manager e juice maker del ristorante tre stelle Michelin Geranium di Copenhagen. Tema dell’incontro: il juice pairing, un nuovo modo di intendere l’abbinamento tra drink e cibo a tavola, basato su succhi naturali, equilibrio sensoriale e sostenibilità.
credits: Gin PiùCinque
Come funzionava la gara
La finale della Gin PiùCinque Competition 2025 si è articolata in tre prove:
- la presentazione del proprio signature drink (o “drink‑manifesto”),
- una Speed Challenge con cinque drink classici da realizzare in sequenza (di cui uno alla cieca),
- e la Mystery Box, riservata ai due concorrenti con il punteggio più alto.
In quest’ultima prova, i bartender dovevano creare un nuovo cocktail utilizzando almeno uno tra foglie di olivo, fico, pomodoro, alloro, finocchietto e rosmarino, da impiegare liberamente nel drink, nella guarnizione o nel racconto.
Occasione di crescita
Grazie alla vittoria, ottenuta sul tema Support your local tradition, Matteo Calcagno ha conquistato una guest night internazionale, con viaggio, ospitalità e supporto professionale offerti da Gin PiùCinque, da svolgersi in una delle tre capitali mondiali della miscelazione: Dubai, New York o Hong Kong. Un’occasione di crescita unica.
credits: Gin PiùCinque
Lo abbiamo intervistato subito dopo la proclamazione, ancora emozionato.
Ecco cosa ci ha raccontato:
L’intervista a Matteo Calcagno
Da quanto tempo fai questo lavoro?
Più di dodici anni, ho iniziato quando ne avevo sedici e mi sono subito appassionato. Amo il contatto umano, mi piace stare con le persone, osservare, ricordare chi ho davanti. È questo che mi tiene ancora oggi dietro il bancone.
Che cosa significa per te ospitalità?
Accogliere bene. Ricordarsi di un volto, di un gusto. Salutare con sincerità. Un bicchiere d’acqua portato senza chiederlo. Piccoli gesti, che però contano: puoi fare il miglior cocktail del mondo, ma se non sei ospitale, non serve. La gente non torna.
Come vivi il tuo ruolo dietro al bancone?
Prestando attenzione al cliente, ma senza essere invadente. Chi si siede spesso è stanco, ha avuto una giornata pesante. Io ascolto, servo e lascio spazio.
Ti capita di sentirti una specie di psicologo?
A volte sì. Ma senza presunzione. Siamo una presenza che accompagna, ma non giudica.
Quali sono i tuoi drink preferiti?
Martini Cocktail, Tommy’s Margarita, Daiquiri. Secchi, puliti, diretti.
Quelli che non bevi mai?
Porto Flip, Ramos Gin Fizz, Grasshopper. Non mi piacciono. Non è questione di moda o tecnica, è gusto personale. E non tollero bene i latticini.
Hai uno stile particolare nel preparare i drink?
Non saprei definirlo. Uso ingredienti che conosco e che ho a disposizione. Come quelli dell’orto in cui coltivo frutta ed erbe. Non punto a stupire, voglio far star bene.
Che cosa cerca oggi la clientela?
Cocktail leggeri. Qualcosa da bere senza pensieri, anche se poi deve guidare.
Il cocktail che ti dà maggiore soddisfazione nella preparazione?
Il Bloody Mary. Lo faccio a modo mio: brodo vegetale, riduzione di soia speziata, bitter, sesamo tostato, vodka aromatizzata. Corposo, deciso.
Ci sono locali che ti sono rimasti dentro?
Sì. Il The Balance Cocktail Bar a Savona, dove ho lavorato, e Nécessaire Bistrot a Rimini. Locali ben curati, gestiti da persone competenti e attente ai dettagli.
Che cosa fa davvero la differenza?
Il dettaglio. Ricordare che cosa beve il cliente, farlo sentire a casa, senza forzature. Non è il drink in sé, è il contesto. È importante non solo che cosa servi, ma come lo servi.
La ricetta di Essenza Genovese
Ingredienti:
45 ml Gin PiùCinque
10 ml sciroppo di recanisso
125 ml soda ai petali di rosa
Chunk di ghiaccio aromatizzato alla vaniglia
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