Ad aprile i prezzi dell’agroalimentare condizionati dal clima instabile

Ad aprile calano i prezzi di olio di oliva e latte. Ortaggi e pescato condizionati dal clima instabile. I dati elaborati da Unioncamere e BMTI.

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Da quanto emerge nell’ultimo indice dei prezzi all’ingrosso elaborato da Unioncamere e BMTI, ad aprile i prezzi nel settore ortofrutticolo sono stati particolarmente condizionati dall’instabilità delle condizioni atmosferiche, caratterizzate da temperature primaverili nella prima parte del mese e, successivamente, da precipitazioni e calo delle temperature nella seconda parte. Tali circostanze hanno determinato un rallentamento delle produzioni ed un aumento dei prezzi di alcuni prodotti orticoli tra cui le lattughe (+5,7% rispetto a marzo), che si mantengono comunque inferiori del 30% rispetto allo scorso anno, le patate novelle di produzione siciliana e pugliese (+7,4% rispetto a marzo), le cipolle (+12%) e i cavoli broccoli (quasi +11%). Timido l’avvio di annata per i meloni, che mostrano valori inferiori del 7% su base mensile e quasi del 17% su base annua. Il melone è stato uno dei prodotti che più ha sofferto dell’andamento climatico incostante di aprile.

Nel settore zootecnico, invece, è continuato ad aprile il calo per il latte spot, ossia il latte venduto sfuso in cisterna (-2,5% rispetto a marzo), che ha risentito anche di una maggiore produzione favorita dalle temperature fresche.
In ribasso dell’1,7% rispetto al mese precedente le carni di bovino adulto mentre sono aumentate del 2,1% i prezzi delle carni di pollo, grazie al buon andamento della domanda, favorita anche in questo caso dalle temperature ancora fresche di aprile. Tuttavia, i prezzi attuali restano più bassi del 15,3% rispetto allo scorso anno. Allo stesso modo, rispetto al 2023, sono in calo del 17,6% anche le carni di tacchino che, invece, rispetto al mese di marzo sono rimaste stabili.
Sostanziale stabilità anche per i prezzi all’ingrosso di riso e dei derivati dei cereali (semola e farina), che confermano un ribasso del -10% rispetto al 2023.

Tra gli oli e grassi, è stato rilevato un leggero calo dello 0,8% per l’olio di oliva, con il mercato italiano che ha risentito anche della revisione al rialzo delle stime sulla produzione spagnola e delle piogge registrate nella penisola iberica. I prezzi attuali rimangono comunque elevati, superiori del +51,3% rispetto ad un anno fa. Sulla scia dei rialzi del prezzo dell’olio di semi di girasole, tornano a crescere i listini dell’olio di semi (+2,4% rispetto al mese precedente).

Tra le materie grasse sono diminuiti del 2,3% i prezzi del burro che continuano a essere superiori del 30% rispetto al 2023.  Nel settore ittico, si evidenziano diffusi rialzi per i prezzi del pescato, complici, da un lato, una riduzione delle attività di pesca dovuta al maltempo e, dall’altro, il buon andamento della domanda proveniente dalla ristorazione. Gli aumenti più rilevanti si registrano per i cefali (+46,1% su base mensile), le sarde (+27,1%), le spigole (+21,3%), i calamari (+16,5%) e il baccalà secco (+24,4%).

Fonte: Horecanews.it