La Francia del vino non rinuncia al vetro ma spinge sull’impiego di bottiglie più leggere

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Il cambiamento climatico continua a lasciare il segno in Francia. Dopo le ennesime violente grandinate della scorsa settimana che hanno colpito il territorio a sud, tra i comuni di Thenac e Issigeac, è evidente quanto il mondo della viticoltura sia sempre più esposto ai danni che nascono dall’imprevedibilità delle condizioni meteo e dalla difficoltà ad arginarne le conseguenze, con perdite dei raccolti che possono diventare davvero pesanti da gestire.

L’urgenza di agire con senso di responsabilità ha spinto a riflessioni su strategie da porre in atto nell’immediato e non è un caso che il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (BIVB) abbia lanciato proprio in questi giorni il progetto “Obiettivo Clima” fissando un traguardo ambizioso da raggiungere: ridurre le emissioni di gas serra del 60% entro il 2035. 

Un programma che richiederebbe un intervento sin da subito e la prima leva individuata dal marketing board del BIVB entrerebbe a gamba tesa nella scelta di uno degli elementi considerati essenziali nel packaging del nettare di Bacco, la bottiglia in vetro, alla quale, si sa, le realtà dalla lunga tradizione enoica fanno fatica a rinunciare nonostante il suo impatto a livello ambientale sia più che significativo.

Come coniugare dunque le due esigenze eco-sostenibilità e mercato? La via intrapresa dovrebbe essere quella della riduzione del peso per ciascuna bottiglia di almeno 100 grammi, condizione che sui grandi numeri si tradurrebbe in un ridimensionamento importante dell’impronta carbonica, tema sul quale il pubblico sarebbe ormai altamente sensibile e dunque preparato.

Il tutto senza dover passare a soluzioni radicali, come quelle dei contenitori in Pet che in Scandinavia sembrerebbero esser stati già sdoganati con l’obiettivo di ridurre l’impronta carbonica del 50% entro il 2030, ma che molto probabilmente non troverebbero altrettanto ben disposti i cugini d’Oltralpe.

Ad essere preparato sarebbe invece il comparto produttivo che si sta muovendo in questa direzione per raccogliere prontamente la sfida. È il caso di uno dei top player del settore, Verallia France, che dopo quattro anni di sperimentazione ha annunciato per il marchio Telmont l’introduzione sul mercato di Ecova 2, la bottiglia di champagne più leggera al mondo.

Partiti con il formato da 75 cl che passerà dai tradizionali 835 grammi agli attuali 800 senza comprometterne la qualità, si arriverà ai dovuti aggiustamenti anche per la mezza bottiglia e la magnum, con variazioni che consentiranno alla produzione di ridurre l’impronta carbonica del 4%.

Si tratta dei primi di una serie di interventi doverosi da parte dell’industria del vino che è tenuta ad un impegno in prima linea affinchè le produzioni siano improntate alla sostenibilità, ma che richiederanno tempo per tempo l’apertura di un canale informativo sempre più attivo verso il mercato per prepararlo a quei cambiamenti divenuti ormai urgenti e incontrovertibili.

Fonte: Horecanews.it