San Felice si racconta in una serata evento a Lucrino ospitata da Akademia Cucina & More

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Nel mondo del vino raccontarsi quando si è lontani dalla propria terra è spesso impegnativo, condurre l’ascoltatore in un viaggio dove l’immaginazione è lo strumento per la ricostruzione dell’esperienza rende essenziali le atmosfere che sono a sostegno di questa dimensione narrativa.

Sarà per questo che San Felice, eccellenza vitivinicola Toscana, per ripercorrere la sua storia e far scoprire i suoi vini ha scelto i Campi Flegrei e le suggestioni del lago Lucrino, un luogo accomunato dall’amore per il nettare di Bacco fin dai tempi dell’antica Roma, quando la freschezza dell’aria, l’inebriante profumo dei fiori e della macchia mediterranea proveniente dalle colline circostanti, la sinuosità delle sponde e l’azzurro del grande specchio d’acqua conciliavano l’otium e il convivio. 

In una serata organizzata da Adriano Gigante e Francesco Giacobbe nella loro Akademia Cucina & More, sulla splendida terrazza galleggiante adagiata sul lago tra storia e mito nello scrigno flegreo, il Responsabile Vendite Italia Francesco Baroni ha ricostruito le tappe che hanno reso San Felice la grande e solida realtà che è oggi, azienda spinta nella sua crescita da una naturale predisposizione alla ricerca, alla sperimentazione e all’innovazione, antesignana di quella rivoluzione dei Supertuscan che ha cambiato le traiettorie del mondo enoico toscano.

La storia di San Felice

Una tenuta di 685 ettari di cui 188 destinati a vigneti e 60 a uliveti, un milione e duecentomila bottiglie prodotte ogni anno per 20 etichette riconducibili a tre dei territori iconici della Toscana, Chianti Classico (150 ettari vitati per 80.000 bottiglie), Bolgheri (15 ettari per 55.000 bottiglie) e Montalcino (23 ettari per 40.000 bottiglie). Sangiovese, ma anche Pugnitello e Colorino tra le varietà autoctone preservate e coltivate insieme a vitigni internazionali sia a bacca bianca che rossa.

Sono alcuni dei numeri che rappresentano in sintesi una delle aziende che, dicevamo, ha segnato il destino della Toscana enoica, San Felice, la realtà che ha ideato il primo Super Tuscan.

Siamo nel comune di Castelnuovo Berardenga in prossimità di un antico borgo medioevale e nel lontano 1968 l’azienda di proprietà di Giulio Grisaldi del Taja, che aveva intuito le potenzialità agricole della tenuta di famiglia risalente al 1700 investendo in attività rurali e contribuendo alla fondazione del Consorzio del Chianti Classico, si prepara ad un passaggio epocale.

Il suo enologo pioniere, Enzo Morganti, per primo intuisce le grandi potenzialità del Sangiovese decidendo di vinificarlo in purezza, eludendo le rigide norme del disciplinare di produzione dell’epoca che allora prevedevano il taglio con uve a bacca bianca, una vera e propria rivoluzione che mise in crisi il sistema tradizionale aprendo le porte allo sviluppo di un intero territorio e del suo vitigno d’elezione.

Nasce così il Vigorello, originariamente blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon oggi esteso a Pugnitello, Merlot e Petit Verdot, vino bandiera e icona dell’azienda che ne rappresenterà il tratto innovatore, quel desiderio di costante ricerca e discontinuità che caratterizzerà il suo percorso anche dopo l’acquisizione nel 1978 da parte del Gruppo Allianz S.p.A, anno in cui verrà immesso sul mercato per la prima volta anche il Poggio Rosso, primo cru in assoluto di Chianti Classico mai prodotto.

Da allora tanti altri progetti si sono susseguiti a consolidare i successi di San Felice, dall’acquisizione delle tenute di Montalcino nel 1981, i cui vini oggi sono su mercato con il marchio Campogiovanni, alla creazione del primo nucleo di un vigneto sperimentale nel 1986, il “Vitiarium”, nato in collaborazione con le università di Firenze e Pisa per ricostruire e custodire il patrimonio genetico della viti-enologia della regione classificando inizialmente 270 varietà di cui oggi ben 105 sono raccolte in 1,6 ettari di filari per evitare la loro estinzione.

Nel 1992 il rinnovamento del borgo medioevale di San Felice con il restauro delle sue strutture che ha portato alla realizzazione di un albergo diffuso, unico resort del Chianti Classico entrato nel circuito Relais & Chateaux con il suo ristorante stellato il Poggio Rosso. E poi, nel 2003 la prima produzione di Pugnitello risultato del recupero dell’antico vitigno e nel 2016 le acquisizioni di Bolgheri con la nascita del marchio Bell’Aja.

Un percorso che fa oggi di San Felice un’azienda riconosciuta a livello nazionale e internazionale e pluripremiata dalla critica enologica.

La filosofia in vigna e in cantina

La filosofia produttiva di San Felice si traduce nell’attuazione di una viticoltura di precisione, sostenibile e rigenerativa in tutte e tre le realtà territoriali, Chianti Classico, Bolgheri e Montalcino.

In vigna la gestione integrata dei processi di produzione permette di effettuare trattamenti ad hoc per ogni pianta, garantendo un minore impatto ambientale e una maggiore qualità del prodotto oltre, a preservare e nutrire la prolificità del suolo e la sua biodiversità.

Si applicano le tecniche della viticoltura rigenerativa, pratica basata sul modello di gestione innestato sul ciclo del carbonio, che da nuova vitalità ai suoli, blocca l’erosione, promuove la biodiversità e mitiga gli effetti del cambiamento climatico.

Un sistema di pannelli fotovoltaici e a una centrale termica a cippato con cui riscaldare gli ambienti oltre che riciclare le acque grazie a un impianto di depurazione consentono di conseguire l’autosufficienza energetica.

Le tre aziende sono dotate di una cantina in cui si completano la vinificazione e l’affinamento dei vini, sotto la supervisione dell’enologo Leonardo Bellaccini, seguendo metodi singolari e puntuali a seconda della varietà e del vino che si vuole ottenere, dove l’eleganza, più che la struttura e la potenza, rappresenta il tratto inconfondibile.

I vini e la degustazione

La serata di degustazione ha visto protagoniste etichette rappresentative dei territori di Bolgheri e del Chianti Classico accompagnati dai piatti del resident chef di Akademia Cucina & More Orazio di Fusco.

Aperitivo a base di Vermentino Toscano IGT 2023 San Felice, un vino secco, dal sorso sapido e dalla piacevole mineralità che ha incontrato prima le profumate e sfiziose Zeppoline con alghe di mare e nero di seppia per poi abbinarsi perfettamente ad un Carpaccio di spigola con scarola e olive verdi. 

Dal Chianti Classico un salto a Bolgheri con Bell’Aja Bolgheri Bianco 2023, vino bianco secco anche in questo caso a base prevalentemente di vermentino, da spiccati sentori floreali e fruttati, agile al palato con i suoi ritorni minerali e accostato ad un Calamaro scottato con provola affumicata e salsa Datterino.

A convincere nonostante le perplessità iniziali il pairing tra Borgo, la nuova etichetta di San Felice Chianti classico DOCG 2022 che è stata presentata in occasione dell’ultimo Vintaly, con la Pasta mista d’Amare con fagioli cannellini, mentre per il Trancio di cernia cotto nel suo brodo e polvere di olive nere impegnativo e coraggioso il confronto con il Bell’Aja Bolgheri DOC 2022.

Non poteva mancare una chiusura in dolcezza con il Vinsanto Chianti Classico DOC 2012 Belcaro ad accarezzare il palato in abbinata con un delizioso Cantuccio al cucchiaio.

Akademia Cucine & More riapre con questo appuntamento ad un ciclo di eventi dedicati alla scoperta delle grandi aziende vinicole del Belpaese non solo per dimensioni ma soprattutto per la capacità di lasciare il segno con le proprie produzioni e San Felice non poteva che inserirsi in questo solco, rappresentandone vero e proprio apripista.

San Felice 
Castelnuovo Berardenga (SI)  
Loc. San Felice
Tel: 0577 39911 
Sito web: www.sanfelice.com

Akademia Cucina & More
Via Provinciale Lucrino Averno, 1 
Pozzuoli (NA)
Tel: 081 1930 9424

Fonte: Horecanews.it