Alla scoperta del Bramble: storia, curiosità, abbinamenti

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Entrato nei New Era Drinks dell’International Bartenders Association (IBA) a partire dal 2011, il Bramble ha contribuito alla riscoperta del gin negli anni ’80 e insieme al Cosmopolitan è uno dei cocktail più emblematici degli anni Ottanta.

CHI ERA DICK BRADSELL

Soprannominato Cocktail King, Richard Arthur “Dick” Bradsell (1959-2016) è tra i padri della seconda Golden Age della miscelazione londinese. Non solo fu tra i primi a usare materie prime fresche e preparazioni home made, ma ideò svariate ricette che all’epoca sorpresero per originalità e innovazione. Come l’Espresso Martini e il Russian Spring Punch, oltre che il Bramble, tutti cocktail inseriti nella lista IBA.
Cresciuto sull’Isola di Wight, a sud della costa inglese, fu avviato al mestiere dallo zio londinese che gestiva un circolo per i membri a riposo dell’Esercito della Marina. Il lavoro gli piacque. E la lettura del The Fine Art of Mixing Drinks di David Embury, edito nel 1946, lo convinse definitivamente che quella sarebbe stata la sua strada. Tra i locali più famosi dove ha lavorato a Londra: lo Zanzibar Club, il Fred’s Club e l’Atlantic, un cocktail restaurant bar frequentato da celebrità come Kate Moss e Alanis Morissette. Non è tutto: è stato tra i primi barman a essere chiamato come ospite negli show televisivi e a scrivere della sua professione sui giornali.

LA PREISTORIA

Il Bramble nasce nel 1984, epoca fra le più buie per la miscelazione, dominata per lo più da beveroni a base di vodka variamente aromatizzata di discutibile qualità. Bradsell – allora bar manager del Fred’s Club a Carlisle Street, a Soho, fra i più trendy della capitale inglese – decise di realizzare un drink semplice ma dall’impronta britannica, basato sul gin. La gestazione, a dire il vero, non fu semplice: i primi tentativi si rivelarono poco piacevoli al palato, ma il bartender non si perse d’animo, fino a quando non scoprì una crema di more, che, unita a limone e zucchero, gli consentì di trovare l’equilibrio che cercava. Anche se, per sua stessa ammissione, l’obiettivo di dare vita a un drink british fu raggiunto solo in parte: oltre alla creme de mure francese, i limoni arrivavano dalla Spagna…All’inizio il drink era servito in coppetta Martini, come voleva la moda di quegli anni.

DAL FRUIT MARTINI AL BRAMBLE

Ma attenzione: quel drink, subito divenuto un must nel club londinese frequentato da celebrità della musica, dello spettacolo e dei media, non era ancora il Bramble che conosciamo oggi, bensì un Fruit Martini. A Bradsell piaceva, ai clienti pure, ma comunque provò a migliorarlo ancora preparandolo all’interno di un bicchiere Old Fashioned pieno di ghiaccio tritato, versandovi poi la crema di more e decorando il tutto con dei lamponi (ma solo perché non aveva more a disposizione, che poi divennero la garnish ufficiale). E così nacque il Bramble che conosciamo oggi. Una curiosità: il Bramble è spesso paragonato alla ricetta del Gin Fix apparsa nell’edizione del 1887 del ricettario di Jerry Thomas. Messe a confronto, di fatto, a parte l’utilizzo dello sciroppo di lamponi invece di quello di more, le ricette sono molto simili! Che Bradsell si sia ispirato al Fix del “Professore” per creare il Bramble? Impossibile dirlo!

IL NOME

La parola bramble, in inglese, significa “rovo”. Dick Bradsell diede al suo cocktail questo nome in riferimento ai cespugli di more che avevano segnato la sua infanzia sull’Isola di Wight.

LA RICETTA IBA

Tecnica:
Shake and Strain

Bicchiere:
Old Fashioned

Ingredienti:
50 ml gin
25 ml succo di limone fresco
12,5 ml sciroppo di zucchero
15 ml liquore di more

Garnish: fettina di limone e due more

IL BRAMBLE AL CINEMA

Probabilmente a causa della sua storia relativamente breve, il Bramble non ha avuto ruoli di rilievo nella cinematografia e in letteratura. Non ancora, almeno. Tuttavia, vale la pena di andare a scoprire sul web un breve cortometraggio di cui questo drink è l’assoluto protagonista, al punto da dargli il titolo. “Cocktails, served right: The Bramble” (“Cocktail, serviti bene: il Bramble”), realizzato da Jessica Hearne nel 2019 per scopi pubblicitari e per i social media (clicca qui per vederlo), è stato girato in un locale di Manchester e mostra semplicemente il processo di preparazione del cocktail sul ritmo di una colonna sonora sintetizzata. Con qualche licenza per quanto riguarda la garnish. Peccato per le cannucce, però…

VARIANTI

Innumerevoli le variazioni sul Bramble. Nell’ultima lista-libro appena uscito, IBA (International Bartenders Association) consiglia di utilizzare, per esempio, uno sciroppo di mirtillo o di Mon Chéri, piuttosto che di sostituire il liquore di more con il Rhubarbella Syp o con il mirto, per ottenere una versione italiana.
Altre idee? Aggiungere una punta di chocolate wine o di vermouth rosso, o ancora un’orzata di confetti oppure una lingonberry cream (crema di frutti di bosco).

BRAMBLE E FOOD PAIRING

Il Bramble si presta a svariati abbinamenti.
Cookist suggerisce ad esempio di affiancarlo a pietanze fritte o a piatti a base di pesce o carne bianca, come il branzino al sale oppure il tori no karaage (pollo fritto giapponese) e anche a un riso alla cantonese.
Winedharma -invece- consiglia di provarlo con sandwich al formaggio grigliato, ravioli alla parmigiana, spaghetti alle vongole, pasta alla carbonara, risotto al tartufo o paella mista, per passare poi a pollo tikka masala, pollo alla cacciatora o vitello tonnato.

Bramble. Ph. Credits IBA

Testo a cura di Nicole Cavazzuti e Stefano Fossati