Essere bartender nel 2025: il racconto di Federica di Lella, giovane promessa della mixology

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Sullo sfondo crepuscolare dello Scalo Tecnico di Senigallia, in occasione della finale della Gin PiùCinque Competition, ho avuto l’occasione di intrattenermi con Federica di Lella, tra le finaliste della gara e giovane promessa della miscelazione italiana.
Durante la presentazione del suo twist sul Gin Tonic, il suo speech è stato uno show teatrale: studiato, coinvolgente, curato nei dettagli: un perfetto equilibrio tra contenuto tecnico e presenza scenica.
Il suo drink, poi, è stato il mio preferito in assoluto: semplice, beverino, estivo.

Federica di Lella

Head bartender del Puntosette di Torino, 23 anni, Federica di Lella è una donna determinata e appassionata. Medaglia d’argento ai Barawards 2024 di Bargiornale per la categoria Under 25, nell’ospitalità vede qualcosa di più di un semplice lavoro: un atto di cura, di ascolto, di empatia. Con lei ho parlato delle sfide e delle bellezze del settore: dalla pressione competitiva al ruolo – spesso ambiguo – dei social media, fino alla ricerca di autenticità in un mondo dove la forma non di rado sovrasta la sostanza.

L’intervista a Federica di Lella

Federica, quando sei arrivata dietro il bancone?
Meno di tre anni fa. All’inizio ero solo curiosa, poi è diventata una passione. Oggi, per me, è una forma d’arte. Metto nelle mani delle persone qualcosa che preparo con cura e dedizione.

Cosa ti affascina di più di questo mestiere?
Il contatto umano. Un drink può essere un ponte per conoscere nuove storie. Ogni sera è diversa, ogni cliente è un mondo.

Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato?
La competizione nel nostro ambiente può essere tossica. E non è sempre facile collaborare con le aziende, quando ci sono visioni diverse. A volte occorre scendere a compromessi.

Come si educa il cliente a un bere responsabile e di qualità?
Con gentilezza. Se ricevo richieste strambe provo a spiegare perché io farei il drink in modo diverso. Se accetta, glielo faccio provare. Se no, lo preparo come richiesto. L’obiettivo è sempre farlo uscire contento.

Oggi quanto contano le recensioni online?
Tantissimo. Viviamo col telefono in mano. Bastano tre recensioni sbagliate per perdere clienti.

E Instagram?
I social, oggi, sono al contempo vetrina e specchio deformante: strumenti potenti, ma ambigui. Instagram è utilissimo, ma va usato con criterio. Io ho investito in un iPhone, un treppiede e una luce e realizzo i contenuti da sola. Il mio profilo è una sorta di mio curriculum.

Un locale da provare a Torino?
Vi consiglio Azotea. Fanno pairing tra cucina peruviana e giapponese, sono davvero bravi.

I tuoi cocktail preferiti?
Adoro Paloma, Tommy’s Margarita e Gin Tonic.

Al contrario?
Non mi piacciono Old Fashioned e Sazerac, troppo forti.

Ma fuori dal lavoro Federica di Lella che donna è?
Una donna tranquilla. Non vado spesso in giro per bar e non amo bere cocktail. Sono molto legata alla mia famiglia, che mi ha sempre supportato, e che è il mio vero punto fermo.

Il locale: Puntosette

Puntosette è un locale frequentato da un pubblico giovane e curioso. Aperto tutti i giorni dalle 17 alle 2, unisce gastronomia, mixology e atmosfere da club.
Il suo claim è una dichiarazione di intenti: THE FUTURE IS NOW!.

Photo Credit: Nicole Cavazzuti

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it e MixologyItalia.com